Quel sorriso smagliante del compianto Decimo Triossi

Il ricordo di Ivan Simonini del politico e amministratore pubblico ravennate appena scomparso: «Non aveva un approccio dogmatico ai problemi… Se diceva una cosa era quella»

Esequie Decimo Triossi

La camera ardente allestita nel Palazzo della Provincia di Ravenna per le esequie di Decimo Triossi

Riceviamo e pubblichiamo questa nota personale di Ivan Simonini – editore, già protagonista della vita politica e culturale ravennate – che rievoca alcuni aspetti della figura pubblica e umana di Decimo Triossi, di cui oggi 22 aprile si sono svolte le esequie, dopo la morte avvenuta il 20 aprile all’età di 93 anni.

«Mi piace ricordare, di Decimo Triossi, soprattutto lo smagliante sorriso che non negava a nessuno e che trasmetteva a chi lo circondava una luce gioiosa che gli veniva dall’anima.
L’ho sempre considerato un comunista saggio e illuminato, anche quando – come nel ’68 – mi diceva francamente dove non era d’accordo con me. Nel suo percorso di capo politico ha sempre favorito i più giovani, forse sempre memore di quei capi partigiani che gli avevano permesso di fare la staffetta della Resistenza a soli 14 anni. Potevi stare certo, di lui politico, che se diceva una cosa, era quella.

Ciononostante non aveva un approccio dogmatico ai problemi. Ricordo che nel 2014 quando le Edizioni del Girasole pubblicarono il volume bilingue Mari e cieli di Balbo sull’epica impresa della trasvolata atlantica del 1933, Paolo Mieli, autore della postfazione, al momento di inviarmene il testo, mi disse di sottoporlo, prima di pubblicarlo, a qualche storico dirigente dell’ex Partito Comunista (Balbo era anche quello che aveva messo a ferro e fuoco Ravenna nel 1921 e nel 1922) che fosse ancora lucido di testa. Non ebbi dubbi e portai la postfazione di Mieli a Decimo (allora Dirigente Anpi) il quale volle vedere tutto l’impaginato del libro e, dopo una decina di giorni, mi scrisse che si era divertito molto a leggerlo e aggiunse poche osservazioni critiche che poi Mieli accolse nel suo testo definitivo. Decimo non volle essere ringraziato ufficialmente nel libro giacché «c’è sempre qualcuno che storce il naso anche quando non è il caso».

Decimo Triossi Fgci 1953

Decimo Triossi (al centro, con a destra il dirigente del Pci Ugo Pecchioli) ad Alfonsine, nel 1953, per il congresso Fgci. Foto tratta dal libro “Il Partito Comunista della provincia di Ravenna” (edizioni Il Girasole)

Quando nel 2021, ho curato, con Flavio Cassani, le 400 pagine de Il Partito Comunista della provincia di Ravenna nel Centenario della nascita (1921-2021). Oltre agli archivi pubblici, essendo ormai disperso in mille rivoli l’archivio del partito, utilizzammo fotografie e documenti di una trentina di archivi privati: quelli decisamente più ricchi si sono rivelati quello romano di Luigi Martini e quello portofuorense di Decimo Triossi che ci permise di utilizzare alcune decine di immagini. Era così contento di quel libro che volle essere presente – assieme all’amatissima moglie e compagna Lubiana Zabberoni – alla prima presentazione pubblica nella Casa del Popolo della sua Porto Fuori, nonostante la sua salute di ultranovantenne fosse già precaria».

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