Il movimento ambientalista: «Un autunno di mobilitazione per la giustizia climatica»

Annunciate manifestazioni di protesta in occasione del ritorno dell’Omc a Ravenna

Greenpeace OMC 2

Una protesta di Greenpeace all’Omc

Nel corso dell’estate il coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile” annuncia di aver lavorato per un autunno di impegno e di mobilitazione «per la giustizia climatica e la salvaguardia del pianeta».

Riceviamo e pubblichiamo un testo che segnala la prima iniziativa in corso di preparazione.

«Nel momento in cui anche il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, assieme ad altri Capi di Stato, sente l’impellente necessità di lanciare un appello accorato affinché si agisca con urgenza per rallentare il più possibile e da subito l’ebollizione globale del pianeta (la definizione non è nostra, ma del Presidente delle Nazioni Unite António Guterres), a Ravenna e in altre parti del Paese il mondo economico e istituzionale procede, quasi compatto, come se nulla fosse e la crisi climatica non esistesse».

«Così, dopo aver deliberato – proprio l’indomani della devastante alluvione – la cementificazione di svariate altre decine di migliaia di metri quadri di suolo e, dopo aver avviato i lavori propedeutici a ospitare e mettere in funzione il rigassificatore “BW Singapore” (che darà un valido contributo al peggioramento della qualità dell’aria, all’aggravamento del surriscaldamento globale e al rischio incidenti), i poteri locali rilanciano il vertice OMC – Offshore Medenergy Conference and Exhibition, la “manifestazione dell’energia”; una kermesse che periodicamente porta a Ravenna i massimi esponenti del mondo dell’estrattivismo oil&gas. Come ampiamente annunciato dai mezzi di comunicazione, il vertice Omc si propone per affrontare le tematiche della transizione ecologica, decarbonizzazione e sostenibilità. Esprimiamo seri dubbi che persone e aziende, protagoniste dei lavori del vertice, abbiano intenzione:
– di ribadire quello che la scienza va dicendo ormai da decenni, e cioè che le emissioni climalteranti sono in grandissima parte correlate alle attività estrattive e a tutta la filiera dell’utilizzo delle fonti fossili, e che il metano è uno dei gas maggiormente climalteranti;
– di proporre lo stop ai sussidi che, con sperpero di denaro pubblico, garantiscono risorse, profitti e potenza alle aziende protagoniste dell’estrattivismo;
– di chiarire che il consumo del gas sta costantemente diminuendo da alcuni anni, e che, di conseguenza, gli ingenti investimenti in nuove strutture metanifere (non solo i rigassificatori, ma anche i nuovi enormi gasdotti, il potenziamento e l’estensione delle trivellazioni, i depositi di GNL e altro ancora) sono totalmente ingiustificati;
– di sentir dire che le aziende e le competenze che si occupano dell’energia debbano essere trasferite dall’ambito del profitto a quello dei beni comuni;
– di ammettere che la contesa per il controllo delle risorse energetiche contribuisce enormemente ad aggravare le tensioni geopolitiche, e quindi l’insistenza a potenziare senza limite i flussi energetici legati alle fonti fossili non farà che mortificare le possibilità della Pace, in innumerevoli aree del Pianeta;
– di convergere in un grande piano per una produzione energetica decentrata diffusa, controllata democraticamente e governata anche dal basso, basata sul passaggio graduale ma deciso e irreversibile al sistema delle rinnovabili e in particolare delle comunità energetiche, sostenibili e solidali».

Nel prossimo mese di ottobre, contestualmente allo svolgimento del vertice Omc-Med Energy, il movimento ambientalista e le realtà femministe del territorio saranno nelle strade e nelle sale della città per manifestare «la propria volontà di contrasto alla deriva fossile che in mille modi ci sta distruggendo». Oltre alla presenza fisica nei pressi della sede in cui si riunirà il vertice, «costruiremo occasioni di studio, approfondimento e discussione con tutte le persone interessate al futuro, con la presenza di esperti del mondo scientifico e rappresentanti di varie comunità territoriali anch’esse in lotta, per fare il punto della situazione, esaminare le correlazioni esistenti tra la catastrofe climatica e la generalità dei drammi ambientali (come le recenti alluvioni) e approfondire le possibilità già oggi esistenti delle alternative energetiche».

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