Bonaccini, Corsini, De Pascale: il Risiko del Pd tra Regione e Comune di Ravenna

Gli scenari possibili se il Presidente corresse per Bruxelles…

Corsini Bonaccini

A poco più di due mesi dalle elezioni europee, il Risiko fantapolitico delle candidature pare non ancora risolto. A rendere gli incastri e le strategie quanto mai potenzialmente complessi c’è la possibilità che Stefano Bonaccini, Presidente in carica della Regione Emilia Romagna al secondo mandato in scadenza nel 2025, si candidi per la circoscrizione Nord-Est di cui la nostra regione fa parte. La condizione che il governatore avrebbe posto è quella di essere capolista, o al massimo secondo solo a una eventuale candidatura di rappresentanza della segretaria Elly Schlein in una sorta di sfida simbolica nazionale tra le due leader dei maggiori partiti (nodo questo che sta tormentando da mesi il Pd nazionale, mentre in FdI la candidatura di rappresentanza di Meloni sembra essere compresa e accettata senza troppi mal di pancia).

Cosa succederebbe se Bonaccini si candidasse e, come probabile, fosse eletto? In tal caso dovrebbe dimettersi da Presidente della Regione, essendo i due incarichi incompatibili. E sebbene la Regione abbia approvato una legge che permetterebbe alla sua vice di traghettare la giunta fino alla fine della legislatura che sarebbe maggio 2025 (qualche mese in più rispetto alla scadenza dei cinque anni dall’ultimo voto che avvenne a gennaio 2020, per riallineare la consultazione ad altre elezioni in corso), nel Pd prevale l’idea di evitare rischi di ricorsi e polemiche e andare subito al voto. Quindi tra ottobre e novembre gli emiliani romagnoli sarebbero chiamati alle urne. Per eleggere chi, nel Pd? Per Ravenna la partita si farebbe assai interessante perché in lizza sembrerebbero esserci anche l’attuale assessore regionale alle infrastrutture e turismo, Andrea Corsini, e l’attuale sindaco, Michele de Pascale, a testimoniare una maggiore discontinuità e un ricambio anche generazionale. C’è chi dice che in realtà i nomi sarebbero assai di più e che per garantire una continuità che secondo alcuni sondaggi sarebbe auspicata da gran parte degli elettori in pole position ci sarebbe l’ex Cgil Vincenzo Colla.

Comunque sia, nel caso invece dovesse prevalere l’ipotesi De Pascale, per il Comune di Ravenna si aprirebbe il tema della sua successione a Primo cittadino, perché il mandato terminerebbe a maggio 2025 e non 2027 come previsto al momento. E a quel punto, chissà, lo stesso Corsini, che è già stato anche assessore comunale, potrebbe tornare da candidato a sindaco.

Un Risiko complicato, insomma, che in realtà potrebbe restare pura teoria, perché nessuno a oggi è pronto a scommettere sulla candidatura alle Europee di Bonaccini, che potrebbe invece restare al suo posto e magari contare sulla riapertura del grande tema “terzo mandato” per i governatori che potrebbe tornare in auge nel 2025 con una composizione di forze all’interno della maggioranza più favorevole al provvedimento. In ogni caso, la circoscrizione Nord-Est per il Pd alle Europee si conferma un po’ un rebus di difficile soluzione, basti pensare che nel 2019 fu candidato ed eletto addirittura Carlo Calenda, che dopo pochi mesi decise di fondare un suo partito e che oggi rappresenta una delle forze del terzo polo di non facile gestione per i dem sia a livello locale che regionale e nazionale. E sono diversi gli elettori che sperano, questa volta, di poter votare una persona di alto profilo che ambisca al ruolo (non particolarmente amato da tanti protagonisti della scena nazionale) di parlarmentare europeo non per utilizzarlo ai fini di una propria carriera politica, ma per poter portare la voce di un territorio e di una visione politica tra Bruxelles e Strasburgo. E questa sì che rischia di essere fantapolitica…

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