venerdì
27 Giugno 2025
la polemica

Crisi Cofari: «Da sindacati e Amministrazione silenzi assordanti»

Ancisi (LpRa) e Ancarani (Forza Italia) intervengono sul caso della storica cooperativa: «I soci hanno perso la quota sociale»

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Cofari

Prime reazioni politiche sulla crisi civilistica giudiziaria della storica Cofari, gigante cooperativo della logistica portuale e del facchinaggio. Crisi «a danno dei propri soci e lavoratori, proprio come avvenne con la Cmc», sottolinea il decano dell’opposizione, Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna, in una nota inviata alla stampa in cui ricorda come la Filt-Cgil non se la sia sentita per ora di parlare, perlomeno tramite comunicati ufficiali. «Se ne stanno zitti anche il sindaco e la sua maggioranza politica – continua Ancisi -, di cui peraltro fa parte l’assessore Costantini, fratello dell’attuale presidente di Cofari. C’è tempo perché si schiariscano voci altrimenti molto loquaci».

Ancisi ricorda poi come Legacoop giustifichi invece l’accaduto «col fatto che nel porto è impossibile, per imprese che ossequiano le leggi, reggere la concorrenza con altre poco serie, rispettando la tariffa minima di 23,24 euro l’ora fissata dall’Ispettorato del Lavoro di Ravenna». Silenzio anche su questo – prosegue Ancisi -, «nonostante nel nostro porto non scappi uno spillo all’Autorità Portuale, costituita anche per questo, e tanto meno alla Sapir, oligopolista del porto stesso, retta in sostanza da una maggioranza azionistica facente capo agli enti pubblici che governano da mezzo secolo questo territorio. Il presidente della Sapir – rivela inoltre Ancisi – è casualmente avvocato di Cofari presso il Tribunale civile di Ravenna».

Nei giorni scorsi era intervenuto sull’argomento anche Alberto Ancarani di Forza Italia, che ha depositato un question time sul tema, in cui rivela come Cofari sarebbe anche destinataria di una richiesta milionaria da parte di Inps per presunti mancati versamenti contributivi e violazioni al Ccn, e sottolinea «come la situazione della coop fosse complessa e la tendenza al tracollo fosse in atto da diverso tempo», ma la chiusura sia avvenuta mesi fa «nel silenzio più totale dei sindacati e delle associazioni annesse, a partire da Legacoop».

«Se è ben vero che i soci-lavoratori si sono tutti ricollocati più o meno aiutati dalla coop stessa e dunque le ricadute occupazionali sono state pressoché a impatto zero – continua Ancarani -, è allo stesso modo evidente che i soci-lavoratori non rivedranno mai più la quota sociale versata in qualità di soci, in molti casi per diverse migliaia di euro a testa».

Il capogruppo di Forza Italia chiede quindi al Comune se fosse al corrente della crisi e se «non intenda piuttosto farsi promotrice presso il parlamento di iniziative legislative atte a riformare completamente il modello cooperativo impedendo da un lato fenomeni di dumping nei confronti delle ordinarie imprese private e dall’altro che soci in buona fede possano vedersi improvvisamente scomparire decine di migliaia di euro provvisoriamente conferiti».

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