martedì
24 Giugno 2025
elezioni regionali

Ugolini: «Serve aria fresca in regione. Carenze nella rendicontazione dei lavori»

La candidata del centrodestra: «Mai avuto tessere di partito. L'alluvione? È mancata la manutenzione»

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Dopo quella a Michele de Pascale, pubblichiamo anche l’intervista (con le stesse domande) a Elena Ugolini, candidata alla presidenza della Regione con il sostegno del centrodestra unito (e in particolare delle liste di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, a cui si deve aggiungere quella civica per “Elena Ugolini Presidente”).

Nome: «Elena Ugolini»
Luogo e data di nascita: «Rimini, 9 giugno 1959».
Residenza: «Bologna».
Titolo di studio: «Laurea in Filosofia a Bologna».
Professione: «Dirigente scolastica (in aspettativa)».
Dichiarazione dei redditi 2023: «58mila euro lordi».
Stato civile: «Coniugata».
Figli: «Quattro».
Hobby: «Lavorare».
Ultima tessera di partito:«Mai avuta».
Per chi ha votato alle ultime Europee e Politiche: «Alle Europee per motivi di famiglia mi son dovuta assentare e alle Politiche per un partito di centrodestra».

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Ugolini, perché si candida alla guida della Regione Emilia-Romagna?
«Perché mi sono chiesta se la nostra Regione avesse realmente a cuore gli abitanti di questa terra, e la risposta è stata “no”. Perché mi son chiesta se è normale diventare più poveri se si fa un figlio o se bisogna curare un anziano o se si ha in casa un disabile, e la risposta è stata “no”. Perché mi son chiesta se fa bene alla nostra Regione e al suo futuro avere la stessa mentalità politica e culturale da oltre cinquant’anni al potere, e mi son risposta chiaramente di no».

Un suo modello di riferimento per questo ruolo?
«Il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia».

Idee e proposte per migliore la sanità a parità di risorse dallo Stato.
«Oggi il cittadino si trova a vagare tra enti e strutture senza una guida precisa che lo accompagna. È questo che dobbiamo cambiare, adottando il modello della “presa in carico”, che si può avvalere dei copiosi dati epidemiologici a disposizione, l’impatto in tal senso della intelligenza artificiale sarà enorme, per individuare il bisogno e soprattutto per intercettarlo, rendendo il sistema sanitario veramente vicino al cittadino e pro-attivo. L’adozione di tale paradigma rappresenta il contesto favorevole per applicare sistematicamente la medicina di iniziativa, che è una delle sfide più avanzate che il servizio sanitario regionale deve fare propria. Dobbiamo passare dal paradigma “dell’attesa” ad un approccio appunto pro-attivo per intercettare vulnerabilità e rischi di instabilità delle patologie croniche o di decadimento psico-fisico quando ancora non si sono tradotti in una domanda esplicita».

Negli ultimi due anni siamo stati più volti colpiti dalle alluvioni, in particolare in Romagna, ma non solo. Quali responsabilità ha avuto secondo lei la Regione?
«Una premessa: la Regione ha una precisa competenza, quella della manutenzione dei fiumi. Spero che sul fatto che la Regione Emilia-Romagna non abbia garantito la pulizia dei fiumi, dei torrenti e dei canali, lasciando diventare gli argini dei boschi, siamo tutti d’accordo. Inoltre, come certificato dalla Corte dei Conti, la Regione non è in grado di capire tempestivamente che cosa è stato effettivamente realizzato. Avere carenze nella rendicontazione dei lavori, che vengono svolti grazie a soldi dei cittadini, direi che è una cosa molto grave».

Il cambiamento climatico è una realtà o una comoda scusa?
«Sicuramente è una realtà, ma non possiamo essere noi a gravare i problemi perché non curiamo il territorio e non costruiamo opere che governano l’acqua».

Autonomia differenziata. Quali competenze chiederà di poter gestire direttamente al governo?
«Questa è una cosa che valuteremo insieme alla giunta regionale».

Scuola e formazione in profonda trasformazione. Quale dovrebbe essere il ruolo della Regione nel futuro?
«La Regione deve avere un ruolo di sostegno nel miglioramento dell’offerta formativa e della qualità della scuola. Questo deve valere per tutti gli alunni e tutti i territori della nostra Regione, garantendo la libertà d’educazione e la possibilità di frequentare dei percorsi di istruzione e formazione professionale pensati con il mondo dell’artigianato, del commercio e più in generale del mondo aziendale. Questo perché dobbiamo migliorare le competenze a tutti i livelli».

Un impegno rispetto ai consultori e al tema dell’Interruzione volontaria di gravidanza.
«Garantire la piena applicazione della 194».

Cosa vedremo in Emilia-Romagna se fosse eletto che non vediamo ora.
«Aria nuova, aria fresca, persone scelte in base alla competenza e non all’appartenenza, una Regione aperta e che sta tra i cittadini, ma soprattutto non ci sarà più una certa arroganza che caratterizza chi ha un potere da oltre cinquant’anni e che deve rispondere a dei legami inscindibili tra economia e politica».

L’errore più grave di Bonaccini? E il suo più grande merito?
«L’errore più grave è quello di non aver risolto i problemi che affliggono la nostra Regione, raccontando che tutto andava bene. Non è un caso che ora il candidato del centrosinistra propone, a dir la verità con poca credibilità, di cambiare diverse cose. Il suo più grande merito è aver deciso di andare in Europa per la sua carriera politica e di darci la possibilità di cambiare il governo della nostra regione».

Cosa ha promesso agli alleati che la sostengono?
«Di portare avanti un progetto di cambiamento vero del metodo con cui si è governata la nostra Regione fino a oggi. Un progetto civico che mette al centro le persone, chi lavora, chi mette al mondo un figlio, chi educa, chi ogni giorno aiuta un anziano o una persona con disabilità, chi soccorre gli ultimi… un progetto che è stato condiviso fin da subito».

Cosa chiede loro nel caso fosse eletta?
«Di continuare per la strada che abbiamo intrapreso. La determinazione a raggiungere gli obiettivi insieme e di realizzare i nostri obiettivi con competenza e metodo».

Qualora non fosse eletta continuerà a svolgere gli incarichi che ricopre attualmente?
«Sarò consigliere regionale e porterò avanti i miei temi, rappresentando tutti i cittadini che credono in un’Emilia-Romagna migliore».

In Liguria abbiamo visto un’alta percentuale di astensionismo nonostante l’ampia offerta politica. Che cosa si aspetta in termini di affluenza? E in termini di consensi?
«Questa volta possiamo veramente cambiare la nostra Regione perché percepisco una forte volontà di provare un’amministrazione nuova e diversa, che fa della centralità della persona il suo modello politico».

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