«Una campagna elettorale scandalosa, in cui hanno potuto parlare soltanto De Pascale e Ugolini, due facce della stessa medaglia, dello stesso partito unico del cemento, della guerra e dell’Autonomia differenziata».
L’attacco è della sezione ravennate di Potere al Popolo, uno dei tre partiti (insieme a Pci e Rifondazione Comunista) che ha dato vita alla lista “Emilia-Romagna per la pace, l’ambiente e il lavoro” che candida a presidente Federico Serra, «sistematicamente escluso dalla maggior parte dei confronti pubblici», si legge nella nota inviata alla stampa.
«Non basta la disparità di mezzi economici, che sta trasformando il nostro sistema in quello americano, dove vince chi è più ricco, e permette a destra e campo largo di spendere centinaia di migliaia di euro in pubblicità sui giornali, nelle radio, sugli autobus, ma hanno monopolizzato anche i dibattiti pubblici, perché evidentemente preferiscono parlare senza contraddittorio. Leggiamo grande preoccupazione per un’affluenza sotto il 50%, ma perché i cittadini dovrebbero andare a votare tra due proposte uguali? Chi ha deciso che le elezioni devono essere soltanto a due? Così si umilia la democrazia: siamo una forza politica che deve rispettare regole durissime, a partire dalla raccolta di 8.000 firme su tutta la regione».
«Ciò che è successo stasera a Bologna nel dibattito organizzato dal Resto del Carlino, solo tra i 2 candidati maggiori – termina la nota di Potere al Popolo -, è sintomatico e vergognoso: Federico Serra insieme a 2 candidati della nostra lista sono stati tenuti fuori dalla sala addirittura dalla Digos. Così come la tanto declamata “par condicio” nei vari Tg nazionali e soprattutto nel Tg3 regionale, che è stata aggirata con servizi specifici solo su De Pascale e Ugolini. La democrazia è fatta di regole formali, ma anche di diritti sostanziali: senza diritto alla parola non c’è democrazia. Abbiamo il diritto di parlare anche noi».