venerdì
27 Giugno 2025
l'intervista

Sbaraglia, sindaco facente funzioni: «Per me un onore e una responsabilità»

L’assessore alla Cultura “promosso” dopo la decadenza di De Pascale: «Questi non saranno i primi mesi di una nuova amministrazione, ma gli ultimi di quella attualmente al lavoro»

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Sbaraglia De Pascale

Nell’ultima seduta del 2024, il consiglio comunale di Ravenna ha approvato la delibera relativa alla decadenza di Michele de Pascale, presidente della Regione Emilia-Romagna, dalla carica di sindaco. Giunta e consiglio comunale rimarranno in carica fino alle elezioni amministrative della prossima primavera. Fino ad allora le funzioni del sindaco saranno svolte dal Pd Fabio Sbaraglia, 40 anni, nominato appositamente vicesindaco nelle scorse settimane al posto del repubblicano Eugenio Fusignani.

Da assessore alla Cultura è diventato sindaco: se lo aspettava? E come si sente nelle vesti di primo cittadino?
«È un grandissimo onore e al contempo una grandissima responsabilità. Ravenna è un territorio complesso e ricchissimo, ma in cui le criticità non mancano e i cittadini sono, giustamente, esigenti e pretendono una qualità amministrativa all’altezza della sua storia. Ho sempre interpretato il mio impegno politico con il massimo impegno e rispetto dei ruoli. Considero la scelta di essere stato indicato un attestato di stima e un riconoscimento che certamente mi gratifica ma in questi tre anni e mezzo mi sono concentrato sui temi concernenti alle deleghe che mi erano state assegnate senza ambire ad altro».

Lei è diventato vicesindaco solo dopo l’elezione in Regione di de Pascale, scalzando di fatto Eugenio Fusignani. Ci spiega chi, quando e perché ha preso questa decisione?
«La sera dopo la chiusura delle urne che hanno certificato la vittoria di De Pascale, Michele mi ha convocato nel suo ufficio e mi ha chiesto la disponibilità a prendere le funzioni di sindaco quando si fosse compiuto l’iter della sua decadenza. Nel corso della scorsa legislatura da capogruppo del Partito democratico ho avuto modo di collaborare e stringere rapporti di fiducia con tutti i gruppi di maggioranza e a seguito di quell’esperienza sono stato scelto come coordinatore della seconda campagna elettorale di De Pascale. Probabilmente queste esperienze mi hanno messo nelle condizioni di poter garantire la piena continuità di rapporti tra gli alleati che oggi rappresentano la maggioranza».

Nessun imbarazzo nel rapporto con il suo predecessore che ora è in giunta come semplice assessore?
«Eugenio è un collega che stimo e con cui ho sempre avuto un rapporto positivo e trasparente. Ancora prima di entrare in giunta, da consigliere comunale, abbiamo collaborato in diverse occasioni per cui c’è un rapporto che non nasce oggi. Ho molto apprezzato la responsabilità e la generosità con cui ha accompagnato questa fase politicamente delicata e la professionalità con cui sta continuando a occuparsi delle sue deleghe».

Non c’è ancora la data delle prossime elezioni, ma è facile presumere che manchino ancora almeno quattro mesi. Come si comporterà la giunta? Dobbiamo aspettarci solo “ordinaria amministrazione”?
«I prossimi mesi non saranno i primi di una nuova amministrazione, ma gli ultimi di quella attualmente al lavoro. Anche perché sarebbe oggettivamente impensabile impostare un lavoro nuovo in così poco tempo. Questa amministrazione è stata eletta con un mandato forte da parte dei ravennati sulla base di un programma elettorale. Sulla base di questo ci sono diversi progetti che ci impegneranno nei prossimi mesi, alcuni da portare a conclusione, altri che avranno un orizzonte temporale più lungo».

Quali sono gli obiettivi che spera di raggiungere entro le elezioni?
«Nei prossimi mesi vedremo l’avvio e in alcuni casi la conclusione di molti interventi di edilizia scolastica, penso al nuovo polo scolastico di Ponte Nuovo, ai nuovi asili nido di via Canalazzo, via Fontana e via Pavirani, le nuove mense scolastiche dei plessi Camerani, Pasini e Valgimigli, gli interventi di efficientamento energetico e miglioramento sismico alle scuole Montanari e Novello; contemporaneamente si sta avviando il confronto con la città sul nuovo Pug che sarà lo strumento fondamentale per immaginare e pianificare la Ravenna dei prossimi anni sulla base di un nuovo rapporto col territorio: consumo di suolo zero, neutralità climatica, innovazione e inclusione. Inoltre nei prossimi mesi si decideranno anche le nomine dei vertici di due realtà assolutamente fondamentali per il nostro territorio: Autorità di Sistema Portuale e Ausl».

Quale è la sfida che la preoccupa di più?
«La ferita dell’alluvione è ancora aperta. Il nostro territorio porta ancora i segni di una fragilità che sarebbe semplicistico immaginare possa essere risolta con pochi interventi puntuali. Occorre un cambio di impostazione da parte di tutti i livelli istituzionali e collaborare costruttivamente e con coraggio di fare scelte anche difficili. Stiamo vedendo concludersi, in altri casi, avviarsi tanti intervento di ripristino dei danni causati dall’alluvione del 2023 ma quello che più preoccupa è, a livello centrale, la mancanza di strategia complessiva e di risorse confermata dall’assenza in finanziaria di finanziamenti per la progettazione delle opere di prevenzione e che possano significativamente aumentare la nostra capacità di risposta. Ma voglio essere positivo e interpretare la nomina dell’ingegner Curcio come la presa di coscienza da parte del Governo che lo schema finora perseguito abbia sostanzialmente fallito e occorra ripartire da un coinvolgimento e un’intesa coi territori per la realizzazione coordinata delle opere indicate nel piano speciale».

Lei sarà sindaco durante la campagna elettorale. Cosa si aspetta dal punto di vista del dibattito e come pensa di interpretare il ruolo?
«Si sa che la campagna elettorale porta, purtroppo ed inevitabilmente, a un innalzamento dei toni e del livello di scontro politico. Durante tutta l’arco della mia esperienza tra consiglio comunale e giunta credo di aver interpretato il mio ruolo offrendo sempre il massimo rispetto per tutti. Ogni volta che ho dovuto o ritenuto di respingere una proposta ho sempre cercato di lasciare chi riceveva quel “no” con tutti gli elementi necessari a comprendere le motivazioni di quella risposta. Si può non essere d’accordo su tanti fronti ma l’impegno di ciascuno credo vada sempre rispettato. Così ho sempre cercato di fare e ancora di più lo farò in questi mesi».

Nel caso di una vittoria del candidato Pd Alessandro Barattoni, le piacerebbe essere confermato assessore alla Cultura e alla Scuola come è oggi o, dopo l’esperienza da primo cittadino, si immagina anche in altri ruoli?
«Nel momento in cui ho accettato di ricoprire le funzioni di sindaco ho scelto di mantenere anche le mie deleghe alla Cultura, Scuola, Università, Afa,, Mosaico e Politiche Giovanili. Non solo per questioni pratiche ma perché sono deleghe a cui tengo molto e le ritengo assolutamente strategiche per il presente e il futuro della città. Sono grato per la straordinaria opportunità che ho avuto di condurre l’assessorato fin qui e la dimensione locale dell’impegno politico per me è sempre stata molto stimolante».

Lei è notoriamente un lettore forte, quale libro la sta accompagnando in questi primi giorni della nuova avventura?
«La fine dell’anno è il periodo che ormai da tempo ho l’abitudine di dedicare ai classici irrinunciabili: quest’anno c’è Guerra e Pace. Dicembre non è bastato per finirlo…»

 

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