La campagna elettorale (per ora in solitaria) del segretario del Partito democratico in un incontro con il sociologo Vittorio Martinelli alla Sala Strocchi
Una piazza coperta per vivere la socialità anche in inverno, un intervento per valorizzare il canale Candiano in zona Marina di Ravenna, in particolare nella zona del faro, più alberi per assicurare ombreggiatura. Sono tre delle suggestioni, proposte, idee che il candidato sindaco del centrosinistra, il segretario provinciale del Pd Alessandro Barattoni, ha lanciato in uno dei primi incontri di una campagna elettorale che, per il momento, sta correndo in solitaria.
L’occasione è stato un incontro alla sala Strocchi organizzato dal primo circolo Pd di Ravenna con il sociologo Vittorio Martinelli (autore di un volume dal titolo “Tracce della città che cambia”) che ha fatto il tutto esaurito in platea. Una sera di riflessione ad ampio raggio sui mutamenti in essere nella nostra società e su come questi incidono sulla nostra identità e sul nostro modo di vivere gli spazi urbani. Martinelli ha parlato di un’identità emiliano-romagnola che si fonda sul “capitale sociale”, l’abitudine al fare insieme, il rispetto delle regole comuni, l’autorevolezza dell’autorità e il rispetto dell’autorità, tutti elementi che vanno preservati e coltivati in un’epoca di forte spinta all’individualismo anche perché rappresentano una ricchezza dal valore non solo culturale e sociale, ma anche economico. Come? La proposta, che per il momento il candidato sindaco Barattoni non ha raccolto, è quella di «una scuola di capitale sociale» a Ravenna, uno spazio di «formazione e implementazione» di questa ricchezza oggi a rischio. E come le città possono incentivare e ricostruire una socialità a rischio? Qualche esempio Martinelli l’ha citato: la Barruccheria di Coimbra, in Portogallo, botteghe a metà tra il bar e la parrucchiera, o il “Fanientificio con cucina” di Castelfranco Veneto o ancora la “Sala di conversazione” a Ragusa. Più in generale Martinelli ha ribadito come sia necessario ripensare i “piani terra” dei nostri condomini, che saranno sempre più vuoti dei negozi tradizionali, per creare nuovi spazi di incontro. In particolare, la sua attenzione si è focalizzata sulla cosiddetta “terza età” che sta diventano una delle più lunghe della vita e che pone nuove esigenze e nuove risposte anche in termini di servizi, a cominciare naturalmente dal cosiddetto “cohousing”. Ma il discorso si è allargato a temi più ampi che vanno dalla questione demografica, allo stato di salute delle democrazie liberali.
Barattoni, per parte sua, ha ribadito come la lotta alle diseguaglianze debba essere la direttrice fondamentale di ogni intervento perché così si può riavvicinare le persone alla politica. E questo dovrà valere anche per gli interventi sulla città in cui dovrà essere prioritaria la ricostruzione della relazione con gli altri e anche con l’ambiente, a cominciare naturalmente dall’acqua. E non è mancato un cenno all’idea di un cambiamento di come le persone si muovono dentro la città.
Ravenna, secondo il candidato Pd, può essere un luogo dove connettere sfide globali e locali. Dove riallineare quel piano inclinato verso una competizione individualistica che sta lasciando troppi indietro, non a caso il candidato sindaco ha tenuto a precisare come Ravenna da anni sia tra le città dove l’inflazione cresce di più, provocando un impoverimento di tanta parte della popolazione.
Una serie di questioni aperte, dunque, che volendo potrebbero portare anche a mettere in discussione ciò che è stato fatto fino ad ora dal governo cittadino guidato dal partito di cui Barattoni è segretario. E sarebbe soprattutto auspicabile a questo punto, a pochi mesi dal voto, un “controcanto”, una critica costruttiva, una visione alternativa. Un’opposizione, insomma, per una vera campagna elettorale che questa città, tutto sommato, si merita, ma di cui, a oggi, non c’è traccia.