In tutta Italia, domenica 8 giugno, dalle 7 alle 23, e lunedì 9 giugno, dalle 7 alle 15, gli elettori sono chiamati alle urne per votare su 5 quesiti referendari di cui 4 a tema lavoro e 1 relativo alla cittadinanza.
I sostenitori delle ragioni del No stanno invitando a disertare le urne per far mancare il quorum (come noto il tutto è valido solo se vota il 50% +1 degli aventi diritto), mentre i sostenitori dei Sì stanno cercando innanzitutto di far conoscere alla cittadinanza l’appuntamento elettorale, accusando in particolare Tv e mass media nazionali di aver oscurato la campagna elettorale e l’evento.
Alcuni partiti, tra cui Pd e Avs, invitano ad andare a votare tutti Sì, a destra, in particolare Fdi, invita invece a non votare o, come nel caso della premier Meloni, ad andare al seggio senza ritirare la scheda (il che equivale a non votare e non contribuire al raggiungimento del quorum), infine c’è chi, come il presidente dell’Emilia Romagna, andrà a votare tre Sì e due No, invitando tutti alle urne e a scegliere come votare. Non c’è stupirsi infatti che nel centrosinistra sui quattro quesiti del lavoro ci siano posizioni discordanti, visto che di fatto si vanno ad abrogare misure assunte dallo stesso Pd sotto la guida Renzi.
Tutti d’accordo (o quasi) invece a sinistra sul referendum che tocca il tema della cittadinanza per cui aveva raccolto le firme anche Più Europa.
Gli elettori al seggio riceveranno cinque schede (ma possono chiedere di ritirare solo quelle per cui vogliono esprimere il voto) e devono tracciare un segno sul “sì” se desiderano che la norma sottoposta a Referendum sia abrogata; sul “no” se desiderano che la norma sottoposta a Referendum resti in vigore.
Hanno diritto di voto tutti gli iscritti nelle liste elettorali, che avranno compiuto il 18° anno di età entro domenica 8 giugno compresa ed è necessario presentarsi al seggio, come sempre, muniti di documento di identità valido e tessera elettorale.
Nel dettaglio, ecco i quesiti abrogativi per cui si vota l’8 e il 9 giugno:
- 1) Licenziamenti illegittimi e contratto a tutele crescenti: si propone, attraverso l’abrogazione di un decreto del Jobs Act sul contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, il ripristino della possibilità di reintegro del lavoratore nel posto di lavoro in tutti i casi di licenziamento illegittimo.
- 2) Indennità per licenziamenti nelle piccole imprese: l’obiettivo è eliminare il tetto massimo all’indennità per licenziamenti illegittimi nelle aziende con meno di 15 dipendenti, consentendo al giudice di determinare l’importo senza limiti predefiniti.
- 3) Contratti a termine: si propone di abrogare alcune norme contenute nel Decreto Legislativo 15 giugno 2015, n. 81, che regolano la possibilità di instaurare contratti a tempo determinato e le condizioni per le proroghe e i rinnovi.
- 4) Responsabilità solidale negli appalti: il quesito chiede l’abrogazione della norma che esclude la responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore, per gli infortuni sul lavoro derivanti da rischi specifici dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici.
- 5) Cittadinanza italiana per stranieri: si propone di dimezzare da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale in Italia richiesto agli stranieri extracomunitari maggiorenni per poter richiedere la cittadinanza italiana.