lunedì
25 Agosto 2025
il caso

Il ministero declassa teatri e festival dell’Emilia-Romagna: «Ragioni politiche? La Regione interverrà»

De Pascale dopo i tagli ai punteggi (anche di realtà ravennati) denuncia «un’immotivata volontà penalizzante»

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 «I teatri sono un presidio di libertà e di cultura per le cittadine e per i cittadini, luoghi che andrebbero sostenuti e rafforzati. I festival e gli spettacoli da vivo in cui crescono innovazione, creatività e ricerca sono stati capaci nel corso del tempo di costruire e rafforzare il proprio ruolo sulla scena contemporanea e di valorizzare i territori che li ospitano. Oggi questo processo è messo a rischio dalle nuove valutazioni sulla qualità artistica stilate dal ministero della Cultura. Un attento esame dei punteggi induce a constatare un’immotivata volontà penalizzante nei confronti di molte realtà di spettacolo dell’Emilia-Romagna che chiediamo sia rivista».

Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, e l’assessora regionale alla Cultura, Gessica Allegni, dopo i decreti contenenti le valutazioni ministeriali su teatro e festival che hanno ridotto i punteggi relativi a numerose esperienze di arti performative in Italia.

Ne parlava in questa intervista anche l’ex assessore del Comune di Ravenna Alberto Cassani, dimessosi per protesta dalla commissione del ministero.

A farne le spese anche il festival di Santarcangelo, la manifestazione che con le sue 55 edizioni è la più longeva in Italia, a cui è stato dimezzato il punteggio di qualità artistica che contribuisce a determinare le risorse nazionali.

«L’insieme di questi risultati porta a pensare – concludono de Pascale e Allegni – che non sia del tutto casuale questo trattamento riservato all’Emilia-Romagna. A tal fine sarebbe utile capire cosa sia successo da un anno all’altro e quale nuova visione artistico-culturale o quale ragione politica abbiano prevalso nella revisione degli orientamenti di una Commissione ormai ridotta a una maggioranza esigua e di dubbia legittimità. In ogni caso, alla luce di questi punteggi, è possibile che ci saranno richieste di riesame e ricorsi che potrebbero modificare questi esiti. E anche nel settore danza si riscontrano un declassamento e molte riduzioni di punteggio per realtà emiliano-romagnole. La Regione, a fronte di riduzioni nelle assegnazioni dei fondi ministeriali, farà comunque la propria parte, in tutte le sedi opportune, a sostegno delle realtà culturali ingiustamente colpite e delle lavoratrici e lavoratori dello spettacolo coinvolti».

I dati della Commissione su festival e teatri dell’Emilia-Romagna

Nel settore teatrale, già segnato dal clamoroso declassamento del Teatro della Toscana e dalle dimissioni di tre Commissari indicati dalla Conferenza unificata (tra cui appunto il ravennate Cassani), si registrano sensibili abbassamenti di punteggi di alcune tra le più importanti realtà: per esempio Ater Fondazione ha un punteggio inferiore di 5,3 sul 2024, Emilia Romagna Teatro Fondazione (Ert) si è vista ridurre la valutazione di 4 punti rispetto all’anno scorso, così come Teatro Due Parma (-4), il Centro di Produzione Ravenna Teatro -6,5 e la Fondazione delle Arti Solares -8.

Inoltre, tra i Festival di Teatro, sono stati declassati MicroMacro e Quinta Parete, così come i ravennati ErosAnteros, che hanno avuto una riduzione di punteggio di -7,9. Tra i Festival multidisciplinari desta sconcerto il dimezzamento del punteggio di un festival come quello di Santarcangelo, tra i più noti a livello internazionale (-14,3), ma non può passare inosservata neanche la drastica riduzione dei festival organizzati da Amigdala (-8,7) e Masque (-6), e ancora di più l’esclusione di quello deTeatro Sociale di Gualtieri che pure da 10 anni era riconosciuto dal Mic.

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