martedì
12 Agosto 2025
il dibattito

Dalla maggioranza un appello per lo Spartaco. «E se si tolgono le tende, bisogna offrire un’alternativa»

Fratelli d'Italia esulta: «La nostra città si sta risvegliando». Avs avverte: «Gli sgomberi? Senza soluzioni è guerra ai poveri»

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Gli sgomberi di questi giorni avvenuti nelle aree verdi nei pressi del centro sociale Spartaco di via Chiavica Romea, a Ravenna, con tende e piccoli accampamenti abusivi rimossi dalla polizia locale, sono sempre più al centro del dibattito politico cittadino. Da una parte chi ne è talmente ossessionato da segnalare ogni piccolo spostamento o apparizione di tende o coperte anche al vicino parco Teodorico, dall’altra chi fa appello al Comune a preoccuparsi piuttosto dell’emergenza abitativa. Come l’assemblea dello stesso centro sociale (al momento né occupato, né autogestito, non essendo stata attivata una convenzione e non essendo agibili gli spazi), a cui in questi giorni ha risposto Fratelli d’Italia, che invita a prendere atto «del degrado in cui la nostra città sta precipitando». Il che «non significa negare la necessità, il merito e l’auspicio di politiche di accoglienza eque e solidali – scrivono i consiglieri comunali di Fdi Grandi, Caponegro, Esposito e Greco – ma l’esigenza di esercitarle con equilibrio, senza inutile buonismo, e soprattutto senza sacrificare le libertà e i diritti di cui i ravennati devono avere la certezza di poter continuare a godere. Gli sgomberi di persone senza fissa dimora avvenuti a Ravenna negli ultimi giorni rappresentano un doveroso atto di buon senso e non sono lo specchio e l’effetto di un “sistema omicida” ma di una diffusa cultura dell’illegalità che non può essere accettata, e neppure lontanamente giustificata in nome di uno strisciante buonismo».

Secondo Fratelli d’Italia – che parla quasi da partito di governo cittadino – «la buona notizia per la città di Ravenna è che (forse) personaggi dediti innegabilmente all’illegalità hanno finalmente ricevuto il messaggio chiaro che la nostra città si sta risvegliando, grazie all’impegno quotidiano di una politica seria, fatta da sollecitazioni, proposte e denunce, messa in atto da Fratelli d’Italia, capofila di un fuoco incrociato dei suoi alleati oltre che di centinaia di onesti concittadini».

Ora interviene nel dibattito anche un pezzo della maggioranza di centrosinistra, la sua parte più a sinistra, ossia Avs (Alleanza Verdi Sinistra) con un comunicato firmato dal consigliere Nicola Staloni, che in passato è stato anche tra i promotori dell’autogestione dello Spartaco. «Se una persona è costretta a dormire per strada, in una tenda, in ricoveri di fortuna o semplicemente su ciò che resta delle panchine, una ragione c’è sempre: si chiama povertà. È quindi innegabile che quando si invocano e si praticano sgomberi in assenza di qualsiasi ragionamento e soluzione, non si sta facendo guerra al degrado, ma ai poveri». Staloni si rivolge al sindaco e alla maggioranza di cui fa parte: «Non è in discussione la possibilità di effettuare controlli da parte delle forze dell’ordine, né quella di intervenire rispetto a situazioni di presenza di persone in difficoltà abitativa. Ma ogni volta che lo si fa, deve essere offerta un’alternativa dignitosa, perché altrimenti si dimostra di non aver capito il problema, né di volerlo affrontare».

«Si parla molto di Spartaco in queste ore – termina poi la nota del consigliere di Avs -, in modo strumentale e senza alcun nesso col principio di realtà. Si attacca una realtà che in 25 anni ha saputo reinventarsi mille volte, ma sempre offrendo uno spazio alla creatività, alla voglia di partecipazione, all’autorganizzazione politica, sociale e culturale. Siamo certi che lo saprà fare ancora una volta. Lo si fa in nome di un’immagine di città a cavallo fra vetrina e dormitorio, dove non c’è spazio per nulla e per nessuno estraneo ad un’idea di decoro da vecchia zia. Lo si fa diffondendo la solita, vecchia ricetta di odio, rancore, individualismo e nostalgia, che è veleno per la comunità. A questa cultura non va dato alcuno spazio, ma deve essere contrastata a viso aperto con più spazi collettivi, più accoglienza, più cura delle relazioni e dei bisogni, più partecipazione e condivisione. Ravenna non sarà migliorata dagli sgomberi, ma dai recuperi».
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