domenica
09 Novembre 2025
Violenza di genere

Carnicella: «Non mi dimetto. Le associazioni femministe gonfiano il problema per propaganda»

Il consigliere territoriale di Lista per Ravenna aveva suggerito “un corteo di umiliazione” per dare senso alle lamentele: «Presto mostrerò i dati sulle false denunce»

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Nicola Carnicella non ha intenzione di dimettersi dal consiglio territoriale di Piangipane dopo le sue parole scritte su Facebook che hanno scatenato una serie di reazioni indignate dalla politica e dall’attivismo locali. Il 43enne, vicepresidente di una delle dieci circoscrizioni del comune di Ravenna dove entrò nel 2022 in quota Lista per Ravenna con cui è stato anche candidato alle Comunali di maggio 2025 (conquistando 14 preferenze), ha commentato così un calendario di iniziative della Romagna faentina contro la violenza alle donne sotto a un post della pagina Facebook di Ravenna&Dintorni (vedi in fondo alla pagina): «Nelle rispettive giornate sarà necessario un corteo per umiliarle, in modo che le lamentele prendano un senso. La violenza sulle donne è sopravvalutata, è un business». In un commento immediatamente successivo ha poi riportato un riferimento al tema noto come “false denunce per violenza”.

Lungo l’elenco, a cominciare dai sindaci di Faenza e Ravenna, di chi ha condannato quelle parole. In molti hanno chiesto che Carnicella faccia un passo indietro e lasci la poltrona, di certo marginale nel peso istituzionale locale, ma pur sempre un incarico pubblico. Nessuna rinuncia: «Alla fine di maggio scorso ho comunicato a Alvaro Ancisi (il leader di Lpr, ndr) che sarei rimasto fino alla fine del mandato. Il mandato scadrà a maggio 2026 e intendo mantenere la mia parola perché non sono un quaquaraquà». Ancisi si era limitato a dire che Carnicella aveva annunciato la sua volontà di uscire da Lpr, ma al momento resta formalmente in carica per la lista civica.

Ora che si trova al centro delle polemiche, Carnicella lamenta che nessuno degli esponenti politici intervenuti abbia posto attenzione sul tema delle “false denunce” che il consigliere considera il fulcro dei suoi commenti. Difficile ottenere riflessioni nel merito se si propone “un corteo di umiliazione”. Ma il consigliere di Lpr non ritratta: «Innanzitutto il mio riferimento non era a tutte le donne – ci tiene a precisare –, ma solo verso quelle associazioni femministe che straparlano dell’argomento gonfiando i numeri e frignano per pura propaganda e continuare ad avere finanziamenti. Resto convinto che ci siano delle lamentele sovradimensionate rispetto al fenomeno della violenza e da qui si capisce il senso del mio commento. Se viene estrapolato dal contesto sembra diverso».

Il consigliere territoriale prova anche a ridurre la portata pubblica dei social network, trascurandone il ruolo di piazza pubblica ormai consolidato: «Quando si parla su Facebook mi pare comprensibile tenere un linguaggio meno formale rispetto a dichiarazioni in contesti ufficiali o in luoghi pubblici. Chiunque su Facebook si esprime con un tono più colloquiale».

Il 43enne preannuncia che sta raccogliendo un aggiornamento dei dati statistici sul fenomeno delle false denunce, tema cui è particolarmente legato da sempre: «L’ho portato in consiglio territoriale ma è stato ignorato». L’aggiornamento presto sarà reso pubblico, per un’operazione trasparenza: «I dati ci sono, le percentuali di false denunce sono alte. Sono convinto che la violenza non abbia genere e vadano riviste convenzioni e finanziamenti della gestione dei centri di accoglienza. Le associazioni femministe rappresentano solo una parte del movimento femminista».

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