giovedì
14 Agosto 2025
la denuncia

Vandalizzato il cippo che ricorda i partigiani uccisi sull’argine dei Fiumi Uniti

Strappata la bandiera e danneggiate le fotografie dei conselicesi Guido Buscaroli, Antonio Gardenghi e Libero Martelli

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La bandiera strappata e le fotografie dei partigiani gravemente danneggiate. È successo al cippo dedicato alla memoria dei partigiani conselicesi Guido Buscaroli, Antonio Gardenghi e Libero Martelli, situato sull’argine dei Fiumi Uniti, poco prima del ponte Bailey che collega Lido di Dante e Lido Adriano, dove i tre furono fucilati dai fascisti il 12 luglio 1944.

A scoprire i danni sono stati gli attivisti della sezione Anpi di Ponte Nuovo, che il 14 agosto sono andati al cippo per le periodiche attività di manutenzione e che hanno già sporto formalmente denuncia.

«La strage fascista ai danni di Guido Buscaroli, Antonio Gardenghi e Libero Martelli – si legge in una nota inviata alla stampa dall’Anpi -, si compì a Ravenna ma fu preparata altrove, a Conselice. Guido Buscaroli, comunista, di mestiere faceva il pescivendolo e sfruttò il suo essere sempre in giro per organizzare e guidare il Gruppo di Azione Patriottica (Gap) di Conselice. Fu lui a trasportare, con il suo furgone puzzolente, la pedalina con cui fu poi prodotta la stampa clandestina. Libero Martelli, socialista, e Antonio Gardenghi erano membri del Gap. A Conselice, la mattina dell’11 luglio 1944, forze congiunte fasciste e naziste effettuarono numerosi arresti e anche i tre gappisti furono presi, portati nella sede della milizia fascista e interrogati duramente per molte ore in merito ai loro rapporti con movimento partigiano. Alla fine di quel pomeriggio, da Conselice, furono portati a Ravenna. Il mattino successivo, il 12 luglio, i parenti degli arrestati andarono alle carceri giudiziarie di Ravenna dove pensavano fossero i loro famigliari, ma senza trovarli. Una guardia disse loro che probabilmente erano fuggiti durante l’allarme aereo della sera precedente, ma un’altra guardia disse, altrettanto falsamente, che erano stati consegnati ai tedeschi. I giorni successivi i parenti continuarono le ricerche fina a scoprire che i tre erano stati fucilati vicino alla foce dei Fiumi Uniti. Arrivati sul posto trovano la terra smossa dove erano stati approssimativamente sepolti Giuseppe, Guido e Libero. Scoprirono anche che i loro assassini li avevano derubati di denaro, anelli e documenti. Subito dopo la fine della guerra, la Corte d’assise straordinaria di Ravenna riuscì a individuare gli autori della strage e a condannarli. Tutti costoro avrebbero scontato solo parte degli anni di reclusione comminati, per riduzione o estinzione della pena in seguito ad amnistia».

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