«Sarebbe ora di finirla con queste sceriffate». Con un paio di post sui social e un video di cinque minuti in cui cerca di spiegare meglio il concetto, l’avvocato Andrea Maestri – attivista per i diritti umani e volto noto della sinistra ravennate, ex parlamentare, da un paio d’anni tornato nel Pd e sostenitore della candidatura di Alessandro Barattoni a sindaco – entra a gamba tesa sui sempre più numerosi interventi antidegrado della polizia locale, a Ravenna. L’ultimo è il bivacco rimosso in zona darsena, con conseguente distruzione di tende, materassi e vestiti. Maestri ricorda che era di «una persona in regola, che viveva solo una condizione di involontaria difficoltà abitativa».
«Provate a mettervi i panni di un richiedente asilo somalo e cercate una casa in affitto a Ravenna: ci sarà la fila ad offrirvi ospitalità, vero? È dovere dell’ente pubblico aiutare queste persone migranti ad avere almeno un riparo sulla testa».
«Se iniziassimo a fare esposti in Procura per ipotesi di reato come l’abbandono di persona incapace ex art. 591 cp? Ritengo che la distruzione della tenda – che costituisce il suo unico riparo – in assenza di un’alternativa sicura come il dormitorio potrebbe configurare abbandono se la persona sanzionata si venisse a trovare in situazione di vulnerabilità o pericolo, non potendo provvedere a se stessa in altro modo. Tutto questo è incivile, disumano e, a mio avviso, può a questo punto assumere rilevanza penale».
Nel video, l’ultimo appello è diretto al sindaco Barattoni e a «un’amministrazione che sostengo», invitati a «prendere le distanze e a impartire un chiaro indirizzo politico teso a riequilibrare questo tipo di interventi. Credo francamente che sia inaccettabile continuare con queste modalità»