venerdì
24 Ottobre 2025
Case

Affitti brevi: la nuova legge dell’Emilia-Romagna in commissione all’assemblea regionale

Il progetto di legge riconosce ai Comuni la possibilità di intervenire per regolamentare o valorizzare la locazione breve

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Parte l’iter legislativo in Emilia-Romagna per l’approvazione del progetto di legge regionale sugli affitti brevi. Dopo un confronto con Comuni, associazioni di categoria e stakeholder, avviato lo scorso giugno, la giunta regionale ha trasmesso all’assemblea legislativa il testo definitivo del provvedimento, che ora passa all’esame della commissione competente.

Il testo, rivisto dopo le osservazioni emerse nel corso del percorso di confronto, ha recepito una serie di indicazioni relative alla semplificazione delle procedure e alla possibilità di adattare l’applicazione alle diverse realtà locali. Resta confermata l’impostazione di fondo: nessun obbligo di intervento, ma la facoltà per le amministrazioni comunali di attivare, attraverso una variante urbanistica semplificata, strumenti regolatori mirati. L’obiettivo è rispondere alle differenti esigenze dei singoli territori, sia rispetto alla necessità di regolamentare il fenomeno degli affitti brevi, sia a quella di incentivarne l’utilizzo come opportunità di sviluppo turistico.

«Con l’avvio dell’esame, in Commissione, del progetto di legge sugli Affitti brevi entriamo nella fase decisiva di un percorso che abbiamo costruito insieme ai territori – dichiarano gli assessori regionali alla Casa, Giovanni Paglia, e al Turismo, Roberta Frisoni – con l’obiettivo di definire uno strumento urbanistico in grado di rispondere in modo concreto a esigenze diverse, attraverso soluzioni applicabili e flessibili. Il provvedimento offre ai Comuni la possibilità di intervenire in base alle caratteristiche del proprio territorio: regolamentandolo dove necessario, oppure sostenendolo nei contesti in cui può rappresentare un’opportunità di sviluppo, come nelle aree montane e nei borghi. Abbiamo lavorato per rendere il provvedimento semplice da applicare, attento alla qualità dell’offerta e capace di valorizzare le specificità locali, contribuendo anche a garantire condizioni di concorrenza più equilibrate rispetto alle strutture ricettive tradizionali. Saranno le amministrazioni comunali, in autonomia, a decidere se e come utilizzarlo».

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