venerdì
31 Ottobre 2025
Porto Corsini

Parco delle Dune: gara revocata da mesi, Ancisi chiede al sindaco quando sarà fatto

Interrogazione del consigliere comunale sul progetto da 10 milioni di euro per 18 ettari di verde tra l'abitato e il nuovo terminal crociere

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L’Autorità portuale di Ravenna ha revocato il bando di gara da dieci milioni di euro per la realizzazione di un parco pubblico di 18 ettari a Porto Corsini tra il centro abitato e il futuro nuovo terminal crociere in costruzione. Doveva essere una sorta di misura di compensazione per la località costiera che dovrà fare i conti con gli aumenti di traffico proprio per la nuova stazione marittima, una struttura da 18 ettari in riva al mare che punta: le previsioni per il 2026 parlano di un centinaio di attracchi e quasi 400mila passeggeri movimentati, in aumento rispettivamente del 15 percento e del 58 percento rispetto al 2025. Ora Alvaro Ancisi, consigliere comunale di opposizione con Lista per Ravenna, ha presentato un’interrogazione al sindaco «per conoscere le ragioni del suo silenzio e le sue valutazioni sul da farsi».

Quel grande spazio verde, da realizzare in un’area che Ancisi definisci «da molti anni abbandonata allo squallore e all’indecenza», è il progetto noto come Parco delle Dune: «Un’infrastruttura verde – si legge nei progetti – con cui riconfigurare gli spazi aperti, valorizzare l’ambiente e il contesto e fornire beni ecologici e culturali per il benessere dei cittadini». L’Autorità portuale aveva indetto la gara il 27 marzo scorso dando il via all’iter per arrivare a un’opera che gli amministratori locali hanno spesso e convintamente osannato.

Il 7 maggio la stessa Ap, come scrisse all’epoca il Corriere Romagna, ha revocato gli atti della gara in autotutela a causa di due criticità: il bando per la costruzione del parco non aveva ricevuto nessuna offerta entro i termini previsti e c’era la necessità di modificare il progetto per via delle interferenze con i lavori già in corso per la nuova stazione marittima, attualmente in fase avanzata. Ap si impegnava, con una gara successiva, ad appaltare solo una parte del progetto pari ai sei ettari attigui al terminal: «È la parte meno ambientale – dice Ancisi –, in cui realizzare parcheggi, opere stradali e ciclopedonali, strutture di servizio, ecc., direttamente utili a favorire transito, sosta e accessi di pullman e bus, taxi, shuttle e mezzi privati fin sotto le banchine».

Il provvedimento di revoca nulla dice sugli altri 12 ettari a servizio soprattutto del paese: una piazza d’ingresso e una piazza anfiteatro, coi gradoni formati dalle pendenze delle dune, un grande prato centrale, coi gradoni di legno vista mare, e piantumazioni, nella fascia vicina alla pineta, di 681 tra pini domestici, aceri, frassini e 3.681 tra olivelli, ligustri e ginepri.

Ma cosa significherà per la piccola frazione ravennate (circa 1.500 residenti, molti meno dei passeggeri a bordo di una nave da crociera) l’entrata in funzione della nuova stazione marittima? Ancisi la vede così: «Per arrivare ed uscire dal terminal occorre attraversare, a 200 metri di distanza, Porto Corsini, passando esclusivamente sulla via Molo Sanfilippo, molto stretta e priva di uno spazio ciclo-pedonale continuo. Aggiungendo il già esorbitante traffico locale, si è calcolato che vi transitino annualmente 600mila mezzi a motore di ogni genere e peso, una bolla d’aria soffocante e tossica. Gli abitanti patiscono inoltre  una maggiore rumorosità, consentita fino a 60 decibel di giorno e a 50 di notte. La Corte dei Conti, precisando che, in questi casi, “la normativa ambientale prevede misure di compensazione dei costi sociali”, richiama gli enti pubblici territoriali ad impegnarsi perché siano effettuati“interventi in grado di apportare benefici compensativi alla collettività”».

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