«Fare il vicesindaco e l’assessore alla Polizia locale non è un obbligo sanitario. Se il dottor Fusignani vive così male il suo ruolo, lo lasci». Così interviene Veronica Verlicchi, capogruppo della lista civica La Pigna, nel centrodestra in consiglio comunale a Ravenna, dopo le parole pronunciate dal membro della giunta Barattoni in occasione di un incontro con i commercianti di viale della Lirica sul tema della sicurezza. Durante quell’incontro (qui il resoconto dettagliato), Fusignani ha specificato di voler affrontare solo tematiche su cui il Comune ha competenze per «non sfociare in una pseudo chat come tante altre che dovrebbero fare controllo di vicinato e invece servono solo per attaccare l’amministrazione».
Dopo qualche ora è arrivata la critica di Verlicchi: «Definire pseudo chat i gruppi di cittadini che, in numero sempre più crescente, si organizzano per tutelarsi visto che il Comune non garantisce sicurezza è un gesto vergognoso e inaccettabile. La Pigna esprime solidarietà e gratitudine alle decine di migliaia di ravennati che partecipano ai gruppi di vicinato attivi su Facebook e sulle chat delle diverse zone della città, dei Lidi, del Forese e delle attività economiche». Da Verlicchi ringraziamenti ai responsabili di Ravenna Sos Sicurezza, Ravenna Sos Chat, Sos Indipendente della Romagna e ai numerosi gruppi WhatsApp: «Cittadini che offrono un servizio civico e volontario, senza ricevere alcun sostegno economico dal Comune e sostenendo interamente a proprie spese i costi di gestione».
La Pigna ha depositato un’interrogazione consiliare per chiedere al sindaco di prendere ufficialmente le distanze rispetto alle parole del vicesindaco Fusignani e per conoscere quali misure concrete intenda adottare per risolvere le criticità di sicurezza nella zona di viale Alberti e, più in generale, su tutto il territorio comunale: «L’esternazione del vicesindaco è anche la posizione del sindaco Barattoni? È questa la linea della Giunta e della maggioranza? L’affermazione di Fusignani è una pesante offesa a oltre 60mila ravennati che partecipano ai gruppi di vicinato. La verità, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti: l’unica sicurezza che oggi i ravennati hanno è quella di non essere al sicuro».



