Inaugurato il macchinario per la radiochirurgia cerebrale più avanzata d’Italia

La struttura sanitaria di Cotignola ospita l’ultimo modello di “Gamma Knife”, la tecnologia all’avanguardia per il trattamento mini invasivo di tumori e lesioni infracraniche

Thumbnail MCH GammaKnife Taglio Del Nastro LD

Il Maria Cecilia Hospital di Cotignola inaugura la tecnologia più avanzata d’Italia nel campo del trattamento mini invasivo di tumori e lesioni intracraniche. La cerimonia si è svolta ieri, 21 marzo, L’inaugurazione è avvenuta alla presenza della vice presidente di Aiop Regione Valentina Valentini e del presidente di Confindustria Romagna Roberto Bozzi.

A meno di due anni dall’alluvione che aveva reso inutilizzabile l’unica Gamma Knife presente in Regione, la struttura punto di riferimento in Regione per questo tipo di trattamenti si è dotata del nuovo modello Esprit di Elekta, la più moderna e performante apparecchiatura per la radiochirurgia stereotassica disponibile sul mercato. Ettore Sansavini, presidente di Gvm Care & Research commenta: «Oggi ci troviamo per inaugurare una nuova tecnologia ma anche e soprattutto per riaffermare un principio che guida ogni nostra scelta: è possibile superare le difficoltà con rapidità, efficienza e un forte senso di responsabilità verso il territorio e le persone che vi abitano, garantendo così continuità assistenziale, innovazione ed eccellenza nella cura».

Thumbnail MCH GammaKnife Dott. Enrico Motti LD

L’acquisizione della nuova Gamma Knife è espressione dell’impegno di Gvm per l’innovazione sanitaria del territorio, un investimento, infatti, che non solo potenzia l’offerta terapeutica locale, ma che rappresenta un’opportunità fondamentale per i pazienti, i quali potranno accedere a trattamenti all’avanguardia senza doversi spostare altrove: la nuova Gamma Knife offre infatti il maggiore comfort per il paziente e trattamenti privi di dolore e incisioni chirurgiche, un’elevata efficacia associata a una drastica riduzione o eliminazione degli effetti indesiderati, ridotti tempi di ricovero e minore durata della convalescenza.

«L’apparecchiatura eroga un ventaglio di fasci radianti che irradiano con estrema precisione la porzione di tessuto malata con un “effetto chirurgico” ma senza craniotomia e preservando i tessuti sani del cervello – spiega il dottore Enrico Motti, Coordinatore dell’Unità Operativa di Neurochirurgia/Gamma Knife al Maria Cecilia -. Questo consente di intervenire su patologie tumorali e vascolari che in passato erano considerate incurabili o che venivano affrontate chirurgicamente con rischi elevati ed esiti incerti. La neurochirurgia e la microchirurgia hanno certamente ancora un ruolo insostituibile importantissimo, ma dove possibile si preferisce evitare la craniotomia eliminando il trauma chirurgico, raggiungendo spesso maggiori percentuali d’efficacia rispetto all’approccio tradizionale e riducendo o eliminando molti limiti della microchirurgia oltre alle recidive tipiche della neurochirurgia».

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