2021: oltre la pandemia, l’anno di Dante e del “nuovo” sindaco

 

Fausto PiazzaChe anno sarà questo 2021, ci chiediamo tutti? Certamente, ancora all’insegna del virus – qui non ci piove – e delle sue devastanti conseguenze. Oltre alle vittime e alle sofferenze della malattia, dovremo affrontare il disagio psicologico e l’effetto fallimentare dei confinamenti e delle chiusure delle attività economiche e sociali.

Anche se resisteremo e scamperemo, nel 2021 dovremo fare i conti con i dissesti e il logoramento del sistema sanitario e del welfare, del lavoro, della circolazione della ricchezza, del mondo della scuola e della sfera culturale. Come dopo l’onda di uno tsunami, gli effetti li vedremo nella loro crudezza e a lungo, anche dopo la ritirata del morbo.

Se crediamo nella scienza, questo è l’anno dei vaccini che ci libereranno dal male…

Dovremmo essere ottimisti, fiduciosi, ma c’è sempre l’incognita dei comportamenti individuali e collettivi (in vari casi poco virtuosi) e poi della politica, cioè del buon governo della cosa pubblica. Vedi la sconcertante crisi in corso nei palazzi romani del potere. A questo proposito, a Ravenna nella primavera del 2021, saremo chiamati alle urne per eleggere il sindaco e il consiglio comunale dei prossimi quattro anni. Se è presto per fare pronostici elettorali, di sicuro sappiamo della ricandidatura a primo cittadino di Michele de Pascale. Sul piano politico la sua influenza e il suo ruolo nel Pd ravennate è indiscusso, così come non si profilano defezioni fra le alleanze con le formazioni “progressiste” che potrebbero sostenerne la candidatura direttamente o “indirettamente”. D’altra parte – ed è l’elemento più significativo – lo schieramento locale di centrodestra o populista, persiste nel dividersi e per ora non si vede all’orizzonte un candidato all’altezza della sfida. Inoltre – al netto di diversi progetti irrisolti – sul piano amministrativo De Pascale ha gestito abilmente le risorse a sua disposizione e le relazioni istituzionali, sociali ed economiche sul territorio, senza evidenti errori o squilibri. Sono valutazioni sommarie ma se affiancate ai risultati ottenuti nelle elezioni regionali di appena un anno fa a Ravenna dalla coalizione di centrosinistra (oltre 52%) potremmo azzardare che l’attuale sindaco ha buone chance per una sua rielezione. Certo avremo modo in seguito di verificare limiti e prerogative di De Pascale in lizza per il secondo mandato.

Il 2021 per Ravenna è anche l’anno di Dante, di cui si parla e discute da diverso tempo, con notevoli aspettative per l’immagine della città sul piano culturale e turistico, in Italia e nel mondo. Dopo le polemiche della scorsa estate sui ritardi istituzionali nella divulgazione del programma e le critiche ai contenuti degli eventi delle celebrazioni per il settecentenario della morte del Poeta, ci ha messo lo zampino il malefico Covid, al punto che gran parte delle manifestazioni e inaugurazioni rischiano di slittare oltre la primavera e perfino sconfinare nel 2022. Fra le tante incognite che ci riserva quest’anno c’è anche il momento – come recita l’ultimo verso dell’Inferno dantesco – in cui potremo finalmente uscire «a riveder le stelle»

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