Ancora rossi e neri? Eppure con la mafia…

Andrea AlberiziaDa destra non vedevano l’ora di avere un pulpito alla festa di sinistra per dire che tra i partigiani c’è stato qualcuno un po’ troppo partigiano. Da sinistra non vedevano l’ora di potersi indignare agitando il ditino se qualcuno alla loro festa non pronuncia l’espressione “partigiani magnifici eroi senza macchia” alla media di due volte ogni otto minuti di intervento dal pulpito. E così dopo settanta (dicansi settanta) anni siamo ancora qui a bisticciare attorno alla Liberazione, a dividerci anacronisticamente tra fascisti e comunisti, a cercare chi era il più cattivo o il meno buono. Tutto in scena il 4 dicembre in municipio a Ravenna all’anniversario del giorno in cui Alleati e partigiani misero piede in città togliendola ai nazifascisti. Settanta anni dopo un nuovo evento storico, per così dire: per la prima volta alla cerimonia si dà parola a qualcuno che non ha il pedigree del compagno. E già qui, senza bisogno di essere pignoli, ce ne sarebbe da dire. Ché hai voglia a smenarla con la citazione di Bulow che «si sono battuti per chi c’era, per chi non c’era e per chi era contro» se poi per settanta anni non hai dato parola a chi, pur dichiarandosi antifascista, non sposava ciecamente l’ortodossia. Dicono si chiamerebbe democrazia. Dettagli. Di cui puoi anche fregartene, ci mancherebbe, ma non stupirti se qualcuno a un certo punto si prende lo sfizio di fartelo notare. Lo ha fatto – anche fiutando l’opportunità di scatenare la gazzarra – il capogruppo di Forza Italia alla seduta straordinaria del consiglio comunale con una cravatta di un azzurro berlusconiano che più berlusconiano di così non si poteva (eh no, mica si fa così: Ancarani, l’ha vista la presidente del consiglio con quel rosso Resistenza?). Dice: tra i partigiani ci fu qualcuno che non fu un santo. La sala inorridisce. E giù fischi. Con alcuni tra cui due assessore (Sel e Fds) che lasciano l’aula. Ma è la storiografia a riportare vicende da cui il santino del partigiano ne esce ridimensionato. Preso un gruppo di persone senza troppa formazione, dopo un ventennio infame, c’è da stupirsi se a qualcuno poi sia scappata la mano? Se non altro sarebbe banale statistica: sarà mai possibile che quelli siano stati tutti immacolati? Furono importanti per salvare l’Italia? Certo, nessuno lo nega. E Ancarani non l’ha dimenticato. Ma alla festa per la Liberazione non puoi ricordare i loro errori. E così siamo ancora qui a tracciare la riga che divide rossi da neri. Ma mentre a Ravenna ci si dilettava nello stucchevole esercizio, a Roma con beffardo tempismo saltava fuori che neri e rossi sanno anche andare d’accordo. Sì, quando c’era da fare affari con la mafia.

Andrea Alberizia

Ravvena&Dintorni: l'editoriale
NATURASI BILLB SEMI FAVE PISELLI 17 – 26 05 24
RFM 2024 PUNTI DIFFUSIONE AZIENDE BILLB 14 05 – 08 07 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24