Boom di piste del ghiaccio in provincia: la crisi energetica non fa più paura…

Lo scorso aprile sono stati piantati trenta alberi a Ponte Nuovo per compensare le emissioni della pista del ghiaccio di piazza Kennedy. E poiché la pista del ghiaccio di piazza Kennedy è già attiva anche quest’anno, la prossima primavera ne saranno sicuramente piantati altrettanti. Che dire? Brava Confesercenti che finanzia l’operazione e si pone il problema, con l’appoggio del Comune.

Peccato che dal 2019 ormai gli scienziati ci dicano che piantare alberi non basta, bisogna ridurre le emissioni di Co2 prodotte dai combustibili fossili. Ora, la domanda è sempre la stessa e di impianto generale e applicabile a una moltitudine di attività umane: davvero per ridurre le emissioni in un mondo globale dove ancora si brucia carbone dovremmo rinunciare proprio noi a un’attività aggregativa, economicamente vantaggiosa nel periodo festivo come la ormai “tradizionale” pista del ghiaccio? E deve essere un pensiero quanto mai diffuso visto che, dopo un anno, il 2022, in cui i costi dell’energia avevano portato a una drastica riduzione di questi impianti in provincia, il 2023 vede il grande ritorno di impianti un po’ dappertutto, nemmeno fossimo nel Bellunese. Evidentemente la crisi energetica è passata. Quella climatica, meno. Nel 2023 infatti sono stati abbattuti nuovi record per quanto riguarda l’innalzamento delle temperature e, soprattutto, nel 2023 la Romagna è finita sott’acqua. Da maggio ci ripetiamo che quanto è successo è frutto del cambiamento climatico, che eventi simili sono destinati a ripetersi, che bisogna invertire rotta. Ma con calma. Certo la colpa non sarà delle piste del ghiaccio, ovvio. Una goccia nell’oceano, vero. Poteva avere un effetto simbolico particolarmente potente? Possibile, non scontato. Di sicuro poteva essere un’occasione per esempio per dare ascolto a quegli studenti del liceo Scientifico che già lo scorso anno chiedevano una pista di pattini a rotelle e uno skate park come alternativa, poteva essere un piccolissimo momento in cui cercare alternative più sostenibili dal punto di vista ambientale. Ma così non è stato.

Un po’ come con i centri commerciali, il ragionamento sarà che se non le facciamo qui, la gente andrà dove potrà trovarle perché ormai sembra non se ne possa più fare a meno. Del resto è Natale ed è giusto concedersi un po’ di spensieratezza, soprattutto alla fine di un anno così difficile proprio per questi territori. E poi, in fondo, stiamo costruendo un rigassificatore al largo di Punta Marina. A noi la crisi energetica non fa più paura e per quella ambientale, beh, pianteremo qualche albero.

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