Un pasticcio di cui davvero non se ne sentiva il bisogno. L’ultima polemica sugli sbarchi innescata dalle parole del sindaco Barattoni riflette l’incapacità di tutta la classe politica, nazionale e locale, di centrodestra e centrosinistra, di affrontare lucidamente la questione immigrazione e sbarchi.
Da un lato c’è la destra, che sta attaccando Barattoni perché dice una cosa che loro sostengono da sempre: no agli sbarchi. A livello locale però la destra non ha mai avuto il coraggio (con l’eccezione della Pigna) di criticare il governo Meloni, che ha scelto Ravenna con tanta frequenza negli ultimi due anni. Leggere le parole del segretario della Lega Romagna, l’onorevole Morrone, è molto interessante. Il leghista infatti dice: «Anche i bambini sanno che il Pd sostiene i “porti aperti a tutti” e l’accoglienza indiscriminata senza alcuna valutazione su ciò che succede dopo, sui costi altissimi per lo Stato, per il welfare, per la sicurezza, oggi anche sul piano del terrorismo, e sull’integrazione, rinnegata dagli stessi migranti. Solo oggi il Pd ravennate si sveglia e chiede autonomamente l’istituzione di un Tavolo nazionale perché si è accorto che la presenza di stranieri irregolari crea gravi problemi anche di sicurezza alla comunità locale». Ora, chi è al governo dal 2022? Il partito di Morrone. Perché allora non spiega come mai tutte le promesse fatte per bloccare gli sbarchi non si sono avverate e al massimo, l’unica cosa che è cambiata, è che i migranti sbarcano più a nord di prima? Perché non rimpatriano gli irregolari come la legge consente loro di fare?
Ma dall’altra parte, cosa significa la minaccia di Barattoni «questa sarà l’ultima nave che attraccherà a Ravenna»? Da quando il sindaco ha un potere simile? E anche se lo avesse, vogliamo immaginare davvero che impediamo lo sbarco, modello Salvini Ministro dell’Interno? O che il Comune non collaborerà alle operazioni, al contrario di quanto l’Amministrazione si è sempre vantata di fare con tanta solerzia? Perché mettere dentro alla comprensibile critica sul porto lontano anche questa specie di inapplicabile minaccia? Non certo per spaventare il ministro degli Interni, immaginiamo. Forse per parlare a un elettorato Pd che, a livello locale, durante l’estate ha seguito fin troppe notizie di cronaca nera che vedevano protagonisti stranieri o minori non accompagnati? Ed è davvero quella la risposta che il Pd deve dare loro? O anche, davvero si può dire chiudiamo il porto perché il governo ci fa i dispetti favorendo Ancona per ragioni elettorali?
Sembra di essere tornati a un dibattito vecchio di vent’anni che, come ben sappiamo, non ha mai prodotto nulla di davvero utile e anzi è stato semmai dannoso. Del resto, vale sempre la pena ricordare che la legge oggi in vigore sull’immigrazione si chiama Bossi-Fini (per i più giovani, Bossi è stato fondatore e capo della Lega Nord, il partito di Morrone; Fini invece capo del partito Alleanza Nazionale di cui faceva parte la stessa Meloni). La legge risale al 2002 e in questi 23 anni si sono perse numerose occasioni per riformarla, a destra, a sinistra e al centro, checché ne dicano tutti.