Errani e la sentenza inaspettata

Errani non è stato assolto e non è stato condannato in via definitiva. La Cassazione, nonostante la stessa accusa avesse chiesto l’assoluzione per l’ex governatore, ha deciso di annullare la sentenza di condanna in appello, ma ha chiesto che il processo venga ripetuto. Una sorta di limbo, una scelta per certi versi inaspettata, in cui per la legge italiana Vasco Errani è innocente, perché questo dice la sentenza di primo grado, ma resta in attesa di processo e non può considerare chiusa la vicenda giudiziaria per falso ideologico. Una posizione politicamente complicata per vari motivi. La sentenza era attesa all’interno del Pd, soprattutto ravennate ma non solo, perché molti speravano in un’assoluzione che avrebbe restituito piena agibilità politica all’ex governatore che peraltro poteva e può (caso quasi unico) rivendicare anche la correttezza del suo comportamento al momento della condanna, quando si dimise dall’incarico appunto di governatore. C’era chi sperava ancora, nonostante lui stesso avesse pubblicamente negato l’interesse per la cosa, che potesse candidarsi a sindaco di Ravenna placando ambizioni, evitando rischi di fratture interne e togliendo le castagne dal fuoco del Pd locale. Ma oggi questa ipotesi sembra oggettivamente più complicata: affrontare una campagna elettorale mentre si attende una sentenza non è cosa semplice, nemmeno per Errani. Sarà dunque forse più difficile per certi dem sperare in una sorta di “deus ex machina” e forse anche i più refrattari nel partito si rassegneranno a puntare su una classe dirigente portatrice di idee diverse, di contributi culturalmente nuovi, di un ricambio senza scorciatoie di cui la città ha comunque bisogno. Peraltro, non si capisce davvero perché Errani dovrebbe comunque accontentarsi di fare il “semplice” primo cittadino dopo essere stato presidente regionale e interlocutore del governo a nome dei colleghi per quasi tre lustri. A ottobre Renzi, mettendo da parte la furia rottamatrice, aveva detto, abbracciandolo, che ci sarebbe stato bisogno di lui a Roma. Ora la legge dice che Errani è innocente, in attesa di processo, e nella capitale potrebbe andarci senza  aspettare il nuovo processo, come in attesa della prima sentenza in appello aveva (ovviamente) continuato a governare. Resta da vedere se quello di ottobre che lo voleva a Roma era il Renzi 1 o il Renzi 2.

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