Gli ultimi tre mesi del calcio danno spunti di riflessione

Andrea AlberiziaLe vicende del calcio e attorno al calcio a Ravenna negli ultimi tre mesi hanno trovato più spazio del solito nelle cronache locali. Il buon inizio di campionato del Ravenna Fc occupa le pagine sportive, in economia si parla del passaggio di proprietà, in politica si parla dei debiti della società verso il Comune e la cronaca nera ha raccontato l’arresto di un tifoso.

L’osservazione dei fatti stimola qualche riflessione sparsa. Per dieci anni il Ravenna non ha pagato le bollette di acqua, luce e rifiuti, ma pagava il gas. In totale mezzo milione di debito verso il Comune. Non se ne sarebbe accorto nessuno nella dirigenza giallorossa e nessuno in municipio che erroneamente stava pagando per conto del club. I primi hanno detto che erano troppo concentrati sulla gestione sportiva (su e giù tra C e D). I secondi hanno detto che è stato un difetto di comunicazione tra uffici. Davvero? E come mai quando se ne sono accorti a giugno non è stato reso pubblico? Chissà se un comune cittadino potrà usare le stesse giustificazioni al prossimo sgarro nei confronti della pubblica amministrazione.

Un ricco trentenne che è nato e vive a New York, rampollo di due ricche famiglie che non hanno mai investito nel calcio, decide di comprare una squadra di serie D. Bisognerà aspettare l’annunciata conferenza stampa della prossima primavera per fare la domanda che tanti si pongono: scusi, Cipriani, ma chi glielo ha fatto fare? “Mecenatismo” è una risposta valida.

In ottobre un pullman di una tifoseria avversaria è passato davanti al bar ritrovo degli ultras di casa prima di una partita così come già successo nel 2021. Eppure a luglio il nuovo questore disse che non sarebbe dovuto più accadere. Due anni fa gli ospiti scesero dal mezzo e scoppiò una rissa in strada, questa volta solo il lunotto in frantumi per una bottiglia lanciata da un giallorosso che è stato arrestato e si è preso 8 anni di Daspo. Siamo a Natale e nessuno dalla questura ha ancora spiegato come sia potuto accadere di nuovo ciò che non doveva accadere più. Per questo, tanti tifosi locali hanno criticato l’operato della polizia. Trascurando spesso un dettaglio: lanciare bottiglie non è obbligatorio. Magari si può anche alzare solo un dito medio se passa il nemico. Una critica pubblica del gesto, fatta da chi organizza il tifo con anima e passione in modo sano, forse avrebbe giovato a quella parte di tifoseria che non lancia oggetti?

Il pullman è passato dove faticano ad arrivare i residenti, rendendo ancora più surreale il dispositivo di ordine pubblico, fatto in base a presunti livelli di rischio delle partite, con la chiusura di tutto il quartiere attorno allo stadio e con il settore degli ospiti che poi rimane vuoto. Senza sapere quanto ci costa.

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