Tutti vogliono la stampa libera se è libera di criticare gli altri

C’è una cosa che accomuna tutti quelli che detengono una qualche forma di potere, che sia politico o economico: nessuno difende la libertà di stampa quando è criticato dalla stampa, al contrario tutti paladini del giornalismo se critica qualcun altro.

L’ultimo episodio a Ravenna è successo una decina di giorni fa. Il consigliere comunale Filippo Donati, albergatore che meno di sei mesi fa correva per fare il sindaco con una coalizione di centrodestra, ha usato Facebook per dire che Chiara Bissi, giornalista del Corriere Romagna, gli fa schifo perché ha la merda nella penna. Il tutto perché la cronista ha scritto una imprecisione su rapporti personali tra Donati e la direttrice del consorzio Ravenna Incoming: i due non stanno più insieme (ma lo stavano fino a quattro mesi fa quando lo stesso quotidiano lo scrisse e non si scatenò il delirio) e hanno due figli in comune che sono indiscutibilmente un legame.

In un mondo normale un consigliere comunale chiede una rettifica, che gli spetta per legge. Invece un attacco di quel tipo non è esattamente lo stile che ci si attende da un eletto.

Dalla parte politica di Donati non si è alzato un refolo. Tutti muti. Non un cenno da Nicola Grandi, capogruppo di Donati. Non un cenno da Alberto Ferrero, segretario provinciale di Fdi e principale partito della coalizione. Contro Donati invece sono arrivate le cannonate del sindaco e del segretario comunale del Pd: la stampa e la sua libertà non si toccano, i giornalisti meritano rispetto.

Al Pd e al primo cittadino potremmo chiedere se hanno mai avuto occasione di leggere i post degli esponenti della lista civica La Pigna che hanno riservato attacchi frontali sguaiati a svariate testate, per ultimo al cronista Lorenzo Priviato del Resto del Carlino.

E quando la Cmc querelò politici e testate per le vicende del ponte mobile che non funzionava, dov’erano i difensori della libertà di stampa?

Più di recente, l’Autorità portuale si è opposta all’archiviazione di una querela contro Ravenna&Dintorni e il Corriere Romagna nonostante le parole esplicite della procura e si è vista nuovamente bocciare la richiesta. Qualcuno ha mosso appunti alla linea di Ap?

E quando l’ex senatore Vidmer Mercatali accusò Ravenna&Dintorni di metodi fascisti per aver raccontato, carte alla mano, che la casa dei suoi figli a Marinara era costata meno della media di quelle comprate nello stesso periodo, qualcuno ha ritenuto di dire qualcosa?

C’era rispetto per la stampa quando il presidente della Regione Stefano Bonaccini si permise, per sminuirla con arroganza, di dare addirittura un colpetto sulla guancia di una giornalista che gli aveva rivolto una domanda scomoda? Il Pd disse qualcosa?

Visto che la libertà di stampa difesa a intermittenza non è così credibile, magari si fa più bella figura a non difenderla proprio.

Ravvena&Dintorni: l'editoriale
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