Hera spa, società profittevole attraversata da un paradosso

Fausto PiazzaDovrebbe essere una buona notizia ma c’è qualcosa di sconcertante nella formidabile performance di bilancio di Hera riportata nero su bianco nel consuntivo 2021. Secondo il recente report della società per azioni – fra le più quotate multiutility italiane che ha nella “pancia” una notevole quantità di titoli di proprietà di diversi enti pubblici, fra cui il Comune di Ravenna, per cui formalmente la “controllano” – i ricavi sono balzati a oltre 10 miliardi (+49% rispetto al 2020) con utili per oltre 372 milioni. Scendendo un poco nel dettaglio, i maggiori ricavi fra tante voci, sono arrivati dal settore energia con la vendita di maggiori volumi di gas e da quello ambiente con maggiori materie plastiche vendute (da raccolta differenziata si suppone). Visti i risultati, il board di Hera ha ben pensato di ricompensare gli azionisti staccando dividendi in rialzo rispetto a quelli preventivati. La buona notizia di cui sopra è che un bel po’ di euro, più del previsto, arriveranno nelle casse di Palazzo Merlato (o meglio della sua Holding) a sostenere il capitale bene comune dei ravennati e il bilancio comunale. Il fatto che lascia perplessi è che, nel mentre è maturata questa ricchezza, una moltitudine di cittadini si è vista assottigliare la propria ricchezza col vertiginoso aumento delle bollette di gas e luce.

La connessione fra queste due evenienze non può essere certo diretta e lineare ma pone diversi interrogativi e anche un paradosso. A lungo andare, ma anche in questi giorni, si rischia un notevole impoverimento della parte più debole della comunità locale – con esiti esiziali per alcuni soggetti fino al taglio delle forniture di gas e luce – al punto che per dovere, il pubblico, anche il Comune se è il caso – sarà costretto a intervenire, magari con un fondo a sostegno di chi è sulla soglia dell’incapienza. Quindi se da una parte l’en- te pubblico incassa risorse con i dividendi di Hera potrebbe dover sborsare questo denaro per aiutare chi non ce la fa più. Un bizzarro circolo vizioso.
Magari il ragionamento che sto facendo è ingenuo, emotivo, tenicamente fallace – perciò, rimando per capirne meglio al commento più dettagliato di un esperto pubblicato in merito su queste pagine –.
Ma c’è qualcosa che non va in questo sistema e chi ci rimetterà comunque, saranno sempre i più deboli. Certo Hera, ha subito approntato offerte di rateizzazione per le famiglie con redditi che non riescono a “parare” il caro bollette, ma forse servirebbero interventi più strategici e strutturali, improntati alla tutela dei meno abbienti e governati dall’etica.

Hera è una spa che riesce a remunerare più che bene i capitali e i contratti che gli sono stati affidati. Ma ammesso e non concesso–per origine e regole interne – sia un’azienda indirizzata al profitto, non si può dimenticare che ha uno scopo pubblico e sociale. E qui entrano in gioco i politici, gli amministratori, i rappresentanti dei cittadini che possono alzare la mano nei tavoli che contano dentro Hera. Forse per loro, in nome della comunità, è ora di dire (e fare) qualcosa.

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