Il balletto dei mesi, che non aiuta a convincere i no vax

 

Alcune settimane fa abbiamo chiesto ai vertici dell’Ausl Romagna di fornirci il dato dei vaccinati tra i ricoverati e i nuovi contagiati giornalieri. Ci è stato risposto – in estrema sintesi – che quel dato sarebbe meglio non diffonderlo. Il motivo è presto detto: potrebbe scoraggiare i cittadini a vaccinarsi. E non perché il vaccino uccida – come arriva perfino a dire qualcuno – ma per un puro e semplice calcolo matematico, da scuola elementare, ma che sembra non essere entrato ancora nella testa di molti. Più è alta la percentuale di vaccinati, più ci saranno vaccinati anche tra i contagiati e tra i ricoverati, essendo i vaccini al momento somministrati in EmiliaRomagna (ultimi dati alla mano) efficaci solo per il 79 percento per quanto riguarda la trasmissione della malattia (mentre resta comunque elevata la protezione contro i ricoveri, in particolare in terapia intensiva).

Il vaccino, quindi, ripetiamolo per l’ennesima volta, non ci protegge totalmente dalla malattia. Ma sicuramente aiuta. Come ha ricordato il Governatore Bonaccini in un nuovo appello registrato poco prima di andare in stampa, in cui prefigura un passaggio in zona gialla a breve a causa dei non vaccinati, che sarebbero circa l’85 percento del totale dei ricoverati in Rianimazione.

Che il vaccino funzioni è evidente anche solo confrontando rapidamente i numeri rispetto a un anno fa, quando peraltro eravamo in zona arancione e non potevamo fare molte di quelle cose che stiamo invece facendo ora (visione di film al cinema, cene al ristorante, aperitivi, sport, eccetera eccetera). Ma è anche vero che sono gli stessi addetti ai lavori – medici, scienziati – a confermare ora che con il passare di pochi mesi il vaccino perde efficacia. E vai a sapere tu quanto durerà la terza dose.

E allora è difficile spiegare ai no vax o ai no green pass (che forse non sono la stessa cosa) che sbraitano sotto ai post dei bollettini quotidiani che pubblichiamo su Facebook perché dovremmo essere così contenti di essere stati vaccinati. Quando poi le notizie delle fonti istituzionali sono spesso frammentarie e poco comprensibili.

Fa sorridere, per esempio, come da un giorno all’altro sia stato ridotto il termine per potersi sottoporre alla somministrare della terza dose. Ieri bisognava aspettare sei mesi, oggi invece ne bastano cinque, che la situazione evidentemente sta peggiorando.

Così come è sempre più difficile rispondere a chi contesta il funzionamento del green pass, a chi dice che è meno sicuro di un tampone rapido, visto che ci possono essere possessori di certificati verdi all’ottavo mese post seconda dose (senza aver fatto la terza).

Senza considerare che se anche il nuovo super green pass funzionasse (improbabile, come detto, se dopo cinque mesi i vaccini perdono la loro efficacia), i non vaccinati potranno comunque continuare a lavorare insieme ai vaccinati. E sarà sempre più difficile convincerli, vista la confusione che regna sotto il cielo di questa pandemia…

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