Il sindaco, le ordinanze e la sicurezza

Sarà sicuramente vero che questa volta alla base di tutto ci sono motivi che non conosciamo, che sono accaduti episodi «gravissimi» – come scrivono in una lettera alcuni residenti –, prendiamo pure per buono che i gestori siano protagonisti di risse e aggressioni, come si legge nel testo dell’ordinanza, e anche che il Comune le abbia provate davvero tutte, prima di arrivare a questa conclusione. Ma il fatto resta e anche se a qualcuno potrà sembrare solo una sciocchezza, il provvedimento (di cui parliamo a pagina 5) che impone a un pub di chiudere alle 23, appena all’inizio della sua attività notturna, oltre a non avere precedenti in città ha un alto valore simbolico. Quello di una politica che decide scientemente di far chiudere, di fatto, un locale frequentato da giovani universitari perbene (stando a quello che si dice, visto che i clienti non sarebbero il problema) a causa degli schiamazzi notturni e per non meglio precisate questioni di sicurezza urbana e di tutela dell’incolumità pubblica. Il tutto nel quartiere malfamato di Ravenna, quello dove resterà famosa la rimozione di una panchina e in cui i problemi veri (quelli che neppure il sindaco può risolvere) non mancano. Verrebbe da ridere, se non fosse tutto vero. Ma cosa porta il sindaco a firmare questo provvedimento? Non solo le lamentele dei residenti, lo ha detto in tutti i modi Matteucci, non si tratta del solito caso di rumore e neppure di un’ordinanza anti-divertimento. Ci crediamo, ci mancherebbe, la buona fede del sindaco non è in dubbio e questa volta non è neppure la sua presunta anima bacchettona ad aver preso il sopravvento. Qui si tratta di sicurezza, dice, sulla base di documenti che ha in mano e sottolineando di nuovo il passaggio dell’ordinanza in cui vengono tirati in ballo i gestori (non i clienti). Ok, ma se un qualsiasi locale venisse per assurdo preso in gestione da un redivivo Al Capone, può un sindaco decidere di chiuderlo? No, ovviamente, spetterebbe al prefetto o al questore, come è già capitato anche da queste parti, prove (si fa per dire) alla mano. Se la politica invece decide di intervenire, compie un’azione politica, appunto, nel campo della libera concorrenza tra imprenditori. E finisce volente o nolente col chiudere un locale frequentato da giovani che non hanno fatto nulla di male tranne che disturbare i vicini. Rende la città meno viva e meno sicura. Anche se non vuole. Personalmente spero che il sindaco ci ripensi (come pare stia per accadere) e che continui a utilizzare lo strumento delle ordinanze per il gioco d’azzardo, per esempio. Che la politica che si vuole sostituire alle forze dell’ordine, invece, mi ha sempre fatto un po’ paura…

Ravvena&Dintorni: l'editoriale
EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
CGIL BILLB REFERENDUM 09 – 16 05 24
CONSAR BILLB 02 – 12 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24