Queste giornate di deviazioni e auto in coda a causa della nuova chiusura forzata (per lavori) del ponte mobile di Ravenna mi fa ritornare malinconicamente il pensiero alla vacanza di qualche settimana fa, un tour tra Belgio e Olanda, dove di ponti mobili se ne incontrano parecchi. Ma che, incredibile, in quanto mobili si aprono e si chiudono con tempi del tutto simili a quelli dei normali semafori, giusto il tempo di far passare l’imbarcazione del caso (nella foto qui sopra siamo a Utrecht).
Ok, non c’è niente di più provinciale che scrivere un editoriale raccontando la propria vacanza in un Paese molto più avanti rispetto ai canoni italici, ma i paralleli con la realtà ravennate sono stati troppi e non ho resistito. A partire dalle torri Hamon che si incontrano in qua e in là, lungo il paesaggio, che da queste parti sembra avere davvero – incredibile – un valore aggiunto (da noi, invece, le torri preferiamo demolirle per piazzarci dei pannelli fotovoltaici, nel silenzio della Soprintendenza per il paesaggio, appunto).
In Olanda, poi, è stato inevitabile, a tratti, durante una passeggiata in bici tra Volendam e “l’isola” di Marken, sorridere con l’amico ravennate pensando che in fondo lo splendido paesaggio non è poi tanto diverso da quello delle nostre piallasse (se pensiamo al nostro “Argine degli angeli”, per esempio). La differenza è naturalmente infrastrutturale, rappresentata dalla rete impressionante di piste ciclabili con indicazioni a ogni incrocio (in Belgio ancora di più), asfalto perfetto, spesso basta anche un colore diverso, senza divisori, che le auto lo sanno, tanto, che i padroni sono i ciclisti. Ovviamente non si può certo pretendere di cambiare la mentalità di un intero Paese partendo da Ravenna, ma visto che la mobilità sostenibile è stata spesso al centro della recente campagna elettorale sarebbe bello far partire da queste parti una sorta di sperimentazione, realizzare magari una vera rete di vere piste ciclabili, con un servizio di bike sharing davvero funzionante e conveniente, magari da posizionare nei vari parcheggi della città, anche lontani dal centro. Come ad Amsterdam, dove dall’app prenoti posto auto e biciclette a noleggio con cui raggiungere il centro. Ma per raggiungerlo, il centro, servono appunto piste ciclabili. E a Ravenna, nonostante i numeri ingannevoli, non siamo messi bene (basterebbe ridare un’occhiata al video di un nostro giovane collaboratore…).
Poi, sì, si potrà pensare anche a come rendere il ponte mobile un vero ponte mobile, come fosse un semaforo. Ma si sa, non siamo a Utrecht e da queste parti si preferisce perlare per decenni di un altro by-pass sul canale Candiano, che magari dovrà restare tre settimane all’anno chiuso per manutenzione, se mai si farà.