domenica
15 Giugno 2025
Rubrica L'opinione

La sfida campale delle elezioni regionali

Condividi

Dunque si vota per le Regionali. Tardi, il più tardi possibile, il 26 gennaio. Meglio segnarselo sull’agenda perché è una data strana per votare e l’ultima volta, quando si votò a novembre, l’affluenza si fermò sotto il 38 percento. Forse in molti l’hanno dimenticato. E Bonaccini vinse ottenendo di fatto il consenso di meno di un elettore su cinque. Una vittoria, per la verità, che tutti comunque si aspettavano.

Come andrà a questo giro è invece più difficile dirlo, anche perché la scena cambia ogni cinque minuti. Tanto che fino a un mesetto fa si pensava che, per sfruttare il vento in poppa del governo cosiddetto giallorosso e la presunta flessione della Lega, al Pd convenisse votare a novembre, subito. Magari anche prima di una manovra finanziaria nazionale che non esalterà i più. Ma poi a guastare le uova nel paniere è arrivato Renzi che sta formando il suo partito dal nome di una lista civica (ve le ricordate Viva Ravenna e Ravenna Viva, per dire?) e prima c’era stato addirittura Calenda che dal palco della festa dell’Unità diceva: «Fonderò il mio partito e andremo insieme alleati in Emilia Romagna». Quindi è così, il Pd ha bisogno di tempo ora per trovare la quadra degli accordi con tutti i suoi ex, i bersaniani a sinistra, i renziani e Calenda e Richetti a destra? Per non parlare dei Verdi, che in questo periodo potrebbero andare quanto mai di moda. Bel quadretto, davvero.

Poi ci sono anche i 5 Stelle. In Umbria l’intesa è nata, ma su un candidato “civico” scelto insieme. Qui non è ben chiaro se l’aspettativa sia che i consiglieri regionali che per cinque anni hanno attaccato Bonaccini fingano un’amnesia e facciano un’abiura per sostenerlo. Ma del resto, di questi tempi, dopo il governo Conte bis siamo un po’ pronti a tutto.

Anche perché quella in Emilia-Romagna, sono in tanti a pensarlo, sarà un po’ la battaglia epocale per il Pd e il neonato governo. Anche perché qui, a differenza che in Umbria, non ci sarebbero alibi diversi da quelli politici a un’eventuale sconfitta: non ci sono stati scandali giudiziari che hanno coinvolto i vertici, i dati economici sono migliori che altrove in Italia, i soldi distribuiti sui territori (evidentemente anche a fini elettorali) in aumento. Qui però, cioé in Emilia, c’è stata Bibbiano. E la Borgonzoni, la candidata di Salvini, sta puntando molto su questo. Le basterà? Per ora i primi sondaggi dicono di no, dicono che il centrodestra potrebbe essere avanti, ma che la candidata non convince. E quindi? La cambieranno? Pare che anche nel centrodestra abbiano i loro problemi, ammesso che qui vogliano vincere davvero e non andare sul sicuro verso la sconfitta, come decisero di fare, per esempio, a Cervia alle scorse amministrative.

In caso di vittoria, Ferrara ci prepara più crocifissi e meno panchine per tutti, ma a noi ravennati le aveva già tolte un ex sindaco. Del Pd. Quindi, per la campagna elettorale, c’è da sperare che gli argomenti vadano oltre Bibbiano da una lato e oltre lo spauracchio della destra al potere dall’altro…

Condividi
Contenuti promozionali

DENTRO IL MERCATO IMMOBILIARE

CASA PREMIUM

Spazio agli architetti

La casa di Anne

Il progetto di un'abitazione del centro di Ravenna a cura dello studio di Giovanni Mecozzi

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi