Calenda alla Festa del Pd: «Farò il mio partito e insieme vinceremo le Regionali»

L’eurodeputato a confronto con la vicesegretaria De Micheli alla festa dell’Unità mentre procede la faticosa negoziazione tra Pd e Cinque Stelle per la formazione del governo

Calenda De MicheliNon è bastata Paola De Micheli a contenere Carlo Calenda nel confronto di venerdì 30 agosto alla festa Nazionale dell’Unità. La vicesegretaria del Pd, tra i nomi quasi certi dell’esecutivo giallorosso che sta cercando di nascere in questi giorni, ha spiegato le sofferte ragioni e i dubbi che hanno portato il Pd a una trattativa complessa e «faticosa»  nel nome dell’unità del partito e del pragmatismo: «Saranno il tempo e i risultati a giudicarci, vogliamo fare qualcosa per i problemi quotidiani delle persone».

A nulla sono valsi gli inviti a restare nel Pd a Calenda, eurodeputato eletto proprio nella circoscrizione Nord, che ha invece annunciato l’intenzione di lasciare il partito se questo esecutivo dovesse nascere. «Come potete fare un Governo con una forza populista e antidemocratica? Mi ero iscritto al Pd all’indomani della sconfitta del 4 marzo proprio perché vedevo in questo partito il baluardo contro sovranismi e populismi, non ho mai mentito ai miei elettori, continuo a dire ciò che ho sempre detto. Tornerò in questa comunità quando avrete voglia di combattere, perché è solo la paura che vi fa fare questa trattativa. Se decidete per le elezioni sono pronto a dimettermi da Bruxelles e a candidarmi nel collegio più difficile».

E in una giornata particolarmente sofferta per la trattativa dopo gli ultimatum di Luigi Di Maio, ha insistito: «Forse non sono un bravo politico ma mi intendo di negoziati. E un negoziato non si fa così. Dove metterete l’asticella? Qual è la richiesta per voi inaccettabile?».

Calenda non ha risparmiato stoccate a Renzi, mentre ha avuto parole di elogio sincero per Zingaretti, ma ha lamentato l’incapacità dei leader del Pd di parlarsi tra loro. Ha ribadito l’intenzione di fondare un suo partito destinato a raccogliere, secondo lui, il voto degli scontenti del Pd per questa operazione di Governo, un partito di impronta liberale che starà, ha specificato, naturalmente nello stesso campo del Pd.

Non solo, riguardo a quella che è stata definita «la madre di tutte le battaglie» dal giornalista Marco Damilano che moderava l’incontro, ossia proprio le elezioni regionali in Emilia-Romagna, in chiusura ha annunciato: «La prima sfida sarà quella. Qui mica potrete mettervi con i 5 Stelle, che vi considerano “il partito di Bibbiano”. E insieme la vinceremo». La platea applaude con fragore.

Ma gli applausi durante la serata non sono mancati nemmeno per la De Micheli che ha invece ribadito come non servano scissioni, ma unità. Grande è la confusione sotto il cielo del Pd, anche in questo frangente.

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