La sfida per il nuovo? Ancora da iniziare

Nuova o vecchia? Questa giunta com’è? Di sicuro non c’è quella discontinuità che ci si poteva aspettare dai tanti proclami in questo senso in campagna elettorale. In fondo deleghe importanti come il Bilancio, le Attività produttive e l’Infanzia sono, per esempio, rimaste esattamente alle stesse persone che le avevano avute per cinque anni (insieme ad altre). Poi più di ogni altra voce ce n’è una che davvero appare incomprensibile, se non attraverso una logica di compensazioni politiche e partitiche ed è la delega al Porto. Che va a Eugenio Fusignani, segretario del Pri, politico di lungo corso che nel ruolo di vicesindaco arriva forte di quell’oltre 4 percento di voti preso dal suo partito. Partito che sotto Mercatali e Matteucci ha avuto Giannantonio Mingozzi nel ruolo di vicesindaco, appunto con delega al Porto. E il porto, a ben guardare, è forse il comparto in cui davvero non si possono risparmiare critiche alla giunta uscente, su cui davvero si sperava in uno scatto in avanti importante. Che magari ci sarà eh, per carità. Ma intanto il segnale non va esattamente in questa direzione. Più difficile invece leggere a caldo quella che è l’oggettiva grande sorpresa di questa giunta e cioé l’ingresso di Elsa Signorino, già deputata, già in Regione e da oltre quindici anni presidente di RavennAntica, proprio una delle famose istituzioni che vanno riformate e riorganizzate e per cui Michele de Pascale si è peraltro tenuto la delega diretta. Una novità o il massimo possibile della continuità politica? Di certo non sarà una personalità “manovrabile”, di certo è un alto profilo, di certo una garanzia di esperienza dentro una giunta che ha in generale un’età media under 40. Altrettanto certamente non è una novità, e magari da una città che ha passato gli ultimi anni a parlare di contemporaneo, di candidatura a capitale della cultura europea e poi italiana, ci si poteva legittimamente aspettare anche una figura emergente, ci si poteva aspettare che quel percorso avesse almeno lasciato qualche personalità formata e in grado di affacciarsi sul complesso agone cittadino della cultura con una sua autorevolezza. Infine, l’altro aspetto che non entusiasma di questa giunta – la quale andrà ovviamente messa alla prova – è il numero di politici “puri” o quasi, con ruoli di partito a cominciare naturalmente dal sindaco stesso e dal vicesindaco, in un momento in cui la politica è stata abbandonata da tanti cittadini che nemmeno sono andati a votare. Delle cosiddette liste civiche, per esempio, non è rimasta traccia. Insomma, a oggi, la sfida di De Pascale per il rinnovamento sembra ancora tutta da giocare. Ma la partita è appena iniziata.

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