La storia della panchina che racconta una citta’

Andrea AlberiziaTrovare i vincitori in questa storia è esercizio interessante. Breve (ma necessaria) sintesi dei fatti: un anziano ha trascorso molti giorni e molte notti degli ultimi due anni su una panchina in pieno centro storico a Ravenna attirandosi l’odio dei residenti che hanno tempestato la polizia municipale segnalando il degrado di chi bivacca e defeca dietro i cassonetti fino al punto in cui gli uffici comunali hanno rimosso la panchina e l’uomo, semplicemente, si è spostato su una distante qualche decina di metri lungo la stessa via Mazzini. Apparentemente storia senza troppe pretese. E invece. E invece la storia del clochard sulla panchina di via Mazzini a Ravenna racconta molto di Ravenna. E lo racconta se si va a cercare un vincitore. Per scoprire che forse hanno perso tutti.
Possono sentirsi vincitori quelli che hanno fatto le tante segnalazioni ai vigili urbani e ne hanno ottenuto – squillino le trombe – un trasloco di qualche metro che sposta il problema dal portone al civico 85 a quello del civico 73? Possono sentirsi vincitori quelli delle istituzioni – leggi Comune – che di fronte a un problema sia sociale che di degrado urbano hanno sfilato la sedia da sotto il sedere del clochard senza fare i conti con questi clochard di oggi diventati così scaltri da accorgersi che ci sono altre panchine? Può sentirsi vincitore un uomo – a quanto si sa polacco, forse con disturbi psichici – che vive in strada e rifiuta l’assistenza dei servizi sociali? Può sentirsi vincitore il mondo del volontariato che non è riuscito – pur avendoci provato – a togliere dalla strada una persona bisognosa che dice di aver paura di essere derubato al dormitorio?
Superato con difficoltà lo stupore di chi si rende conto che davvero qualcuno con incarichi dirigenziali nell’amministrazione pubblica ha pensato che togliere una panchina in una via del centro piena di panchine fosse la soluzione, ci si chiede quanto tarderanno gli abitanti attorno al civico 73 a chiedere la rimozione della loro panchina. Sono figli di una panchina minore loro? Una dopo l’altra le toglieranno in tutta la via? Poi in tutto il centro? Poi in tutta la città? E quando si siederanno a terra spargeranno chiodi arrugginiti?
Applicando la stessa filosofia attendiamo chiusura al traffico dell’Adriatica per togliere clienti alle prostitute; asfaltatura aiuole per evitare i bisognini dei cani; prosciugamento della piscina comunale per evitare che i bambini facciano pupù in acqua; tombatura del Candiano per evitare la bonifica delle acque; abbattimento dei monumenti per evitare spese di manutenzione.

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