L’azzeccagarbugli fa la linea politica. E Sel?

Andrea AlberiziaCi stanno provando in tutte le salse a raccontarci che è una questione giuridica, che è roba da azzeccagarbugli. E più ce lo raccontano dal Comune e più noi ci convinciamo che invece è una questione molto politica. Eccome. Non vediamo altre definizioni per la vicenda dell’autocostruzione a Filetto. E parliamo di politica nel senso più nobile: amministrare la cosa pubblica, decidere le linee di governo, scegliere come rapportarsi con i cittadini, assumersi eventuali responsabilità. Nessuno si sognò di negare il valore politico della scelta fatta dalla giunta Mercatali dieci anni fa: firmò un protocollo con una Ong per far sì che cinquanta famiglie a basso reddito potessero costruirsi la propria abitazione sudando in cantiere in modo da risparmiare sui costi di manodopera. Era l’apoteosi per un Comune di centrosinistra. Ma se era politica la scelta di imboccare quella strada allora deve essere politica anche l’incapacità di uscire dal pantano del flop. Anticipiamo subito l’obiezione: è vero che gli altri due cantieri ravennati, Piangipane e Savarna, sono arrivati a completamento ma pur sempre con costi più elevati e tempi allungati. E forse anche drenando risorse da Filetto che resta una macchia nell’immagine pubblica dell’amministrazione. Se c’è da trovare un responsabile del fallimento si potrà guardare un po’ da tutte le parti ma ci pare difficile poter agitare il ditino contro le quattordici famiglie che si unirono nella coop Mani Unite. Che magari non avranno speso grossi denari ma hanno pur sempre lavorato 20mila ore in cantiere e una casa non ce l’hanno. Sembrano il Calzinazz felliniano di Amarcord: «Mio nonno fava i mattoni, mio babbo fava i mattoni, fazzo i mattoni anche me, ma la casa mia dov’è?». Si sentono danneggiati e chiedono danni al Comune (1,4 milioni di euro). E la risposta? Una controrichiesta danni (3 milioni). Nel processo civile funziona così, dice l’assessore, loro ci hanno citato in giudizio per primi e noi dobbiamo difenderci. A decidere tutto, dice ancora l’assessore, è stata l’avvocatura di Palazzo Merlato dopo aver ricevuto la delega dal sindaco. Ma allora se la linea la detta l’azzeccagarbugli, che ci sta a fare la giunta? E se il diritto imbriglia l’amministrazione qualcuno dovrà prendersi la briga di spiegarlo a tutti gli alleati di coalizione. Perché Sel che parla di intimidazione da ritirare subito non ci sembra proprio sulla stessa linea del Pd. Basterebbe questo a rendere tutto molto politico e poco giuridico. A specifica domanda su quest’ultimo aspetto, il sindaco non ha voluto commentare. I vendoliani si faranno bastare un silenzio come risposta?

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