Piazza Kennedy e mercato coperto: bene, ma…

La notizia dell’ultima ora è che in maggio potrebbero finalmente iniziare i lavori al mercato coperto di Ravenna. E solo poche settimane fa era arrivato l’annuncio dal Comune sull’apertura (in grave ritardo) in giugno del cantiere di piazza Kennedy. Nel giro di poche settimane partiranno così i lavori per i due interventi più importanti della storia recente del centro storico di Ravenna, osteggiati naturalmente da molti. Vuoi perché qualcuno si era affezionato ai vecchi operatori del mercato coperto e perché sparare contro la Coop (che, come noto, cura il progetto) in questo periodo va molto di moda; vuoi perché i commercianti sono sicuri che il centro morirà, con la chiusura alle auto di piazza Kennedy, come pare però pensassero anche prima che via Cavour diventasse pedonale. In realtà mi pare di poter affermare che – tra immobilismo (su Darsena, turismo, il fantomatico modello Marina…), criticità improvvise (come quella dell’emergenza casa), crisi, impasse burocratiche, mancanza di fondi, promesse mancate – questi due progetti possano essere sul serio tra gli atti da giudicare più positivamente di un’Amministrazione che da alcuni mesi dà un po’ l’impressione di stare aspettando solo la scadenza elettorale del prossimo anno. Ognuno, infatti, la può pensare come vuole sull’estetica del progetto, ma negare che allargare l’area pedonale e creare una nuova piazza sia una buona notizia per il centro storico e per tutta la città credo si possa definire mala fede o qualcosa del genere. Come lamentarsi sulla mancanza dei parcheggi. Che quello cosiddetto alternativo (che in realtà non lo è, perché esisteva già e non colmerà il gap) all’ex cinema Roma è comunque a due passi e altri sono ugualmente a ridosso (come quello di Torre Umbriatica) ma non vengono neppure considerati dalla maggior parte dei ravennati. La sfida sarà quella di far cambiare loro abitudini, piuttosto, ma è un altro discorso.
Sul mercato coperto, invece, che dire. Ridotto com’era, il Comune è intervenuto con il bando per la riqualificazione fin troppo tardi. Però, insomma, peccato. Peccato che non si possa fare una mega libreria aperta fino a mezzanotte con bar ed eventi, come ci avevano raccontato all’inizio, prendendoci un po’ per i fondelli con il modello Ambasciatori di Bologna. Ora, se vogliamo restare a Bologna, sarebbe bello che i promotori si facessero un giro al Mercato delle Erbe e potessero vedere con i loro occhi come una zona fino a qualche anno fa degradata sia stata rivitalizzata  senza Eataly o grandi marchi, ma solo con un piccolo consorzio di giovani che fa aperitivi informali di qualità. Ma Bologna è Bologna. A Ravenna invece ora il modello della Coop pare essere diventato l’Eataly di Milano. Senza Eataly però. Incrociamo le dita.

Ravvena&Dintorni: l'editoriale
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