Ravenna è la provincia dove si vive meglio. O no?

Si potrà anche far finta di nulla e dire che sono solo statistiche fini a se stesse, ma che la provincia di Ravenna sia finita per la prima volta nella storia in testa alla classifica per antonomasia, quella di fine anno del Sole 24 Ore sulla qualità della vita in Italia, da queste parti non può che essere davvero una notizia con la n maiuscola. Poi c’è da interpretarla. E ci hanno pensato un po’ tutti, naturalmente. In primis lo stesso giornalista del quotidiano economico, che ha cavalcato un presunto collegamento con il percorso di Ravenna2019, sposato entusiasticamente naturalmente da tutta quella parte della città legata alla candidatura a Capitale della cultura per una sorta di rivendicazione dei propri meriti dopo la sconfitta e le polemiche che ne sono seguite. In realtà, obiettivamente, il merito di questo storico primo posto non può essere attribuito a Ravenna2019. Perché la classifica prende in esame parametri definiti, oggettivi, e basterebbe leggerla con un minimo di attenzione per capire che Ravenna ha vinto grazie agli ospedali, agli asili, alla velocità della giustizia e all’indice di giovinezza della sua popolazione, indietreggiando invece leggermente per esempio nel tempo libero. Non che Ravenna2019 non abbia contribuito a cambiare l’aria che si respira in città, a creare fermenti, a fare sistema, qui lo abbiamo sempre detto. Ma la classifica è un’altra cosa (e oltretutto tiene conto, è bene ripeterlo, dell’intera provincia, senza specificare quali città abbiano contribuito maggiormente, tra il capoluogo, Faenza, Cervia, Lugo o Bagnacavallo, per esempio) e usarla come vessillo potrebbe essere controproducente. Già, perché se da un lato c’è il 2019 e quello che gli gira attorno, dall’altro ci sono tutti quei cittadini, politici, imprenditori, che al bar come sui social network reagiscono alla notizia parlando di buche e del 103esimo posto nella particolare graduatoria dell’ordine pubblico. Che definiscono la classifica una barzelletta o ancor peggio parlano di complotti di Confindustria, Pd o massoneria. Che si vive bene solo in Trentino. Ancora fazioni, tifoserie contrapposte. Come capita spesso in politica. Sarebbe bello invece esistessero solo allo stadio e per una volta mettere da parte le bandiere, limitandosi magari a fare del proprio meglio per rendere la città migliore. Anche solo viverla, abbandonare il divano o il centro commerciale per scendere in piazza, partecipare (visto che di cose qui per fortuna ne succedono tante, checché ne dica qualcuno), informarsi o semplicemente sorridere. Che la qualità della vita è un po’ tutto questo, più che i numeri del Sole24Ore.

Ravvena&Dintorni: l'editoriale
NATURASI BILLB SEMI FAVE PISELLI 17 – 26 05 24
RFM 2024 PUNTI DIFFUSIONE AZIENDE BILLB 14 05 – 08 07 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24