C’è un caso particolare, tra i tanti, che merita forse di essere segnalato al termine di questa campagna elettorale. Ed è il paradosso di Matteo Salvini che, per tirare la volata alla candidata di centrodestra Elena Ugolini, in un comizio di pochi giorni fa ha detto praticamente che alle prossime elezioni bisognerà scegliere tra chi vuole salvare gli uomini e chi vuole invece salvare le nutrie. Facendo intendere che bisogna scegliere tra gli ambientalisti e gli uomini del fare, quelli che salveranno i romagnoli dalla prossima alluvione (che sarebbero Salvini & co, mi pare di capire). E facendo intendere allo stesso tempo che De Pascale invece è tra gli ambientalisti che vogliono salvare le nutrie.
Proprio lui, De Pascale, che invece aveva esattamente dato la colpa (anche) alle nutrie, nei giorni della prima alluvione e che per questo è stato più volte contestato dagli ambientalisti duri e puri.
L’ambientalista De Pascale che, in un cortocircuito spaziotemporale, avrà di fatto festeggiato l’arrivo in questi giorni di Salvini al porto di Ravenna in veste di ministro per firmare il contratto per la realizzazione di una maxi diga in mare per tutelare il rigassificatore voluto dallo stesso De Pascale, ma impossibilitato a presenziare a causa della campagna elettorale (sigh).
Peccato perché sarebbe stato bello sentire il ministro accusare di “ambientalismo” il sindaco che quel rigassificatore l’ha voluto fortemente, alla faccia degli ambientalisti. E al contrario del nuovo presidente della Liguria, che è un ex sindaco, come De Pascale, ma di centrodestra e che ha già detto che il rigassificatore di Piombino non lo vuole mica in Liguria. Mentre il presidente della Toscana (che è invece di centrosinistra) ricorda che per più di tre anni quel rigassificatore a Piombino non può stare. «Noi abbiamo un accordo che dura tre anni – ha dichiarato -. La nostra parte l’abbiamo fatta […] Noi sappiamo che la strada è quella di invertire la produzione, di puntare sulle rinnovabili. C’è stato un momento di crisi in Europa, anche per la guerra tra Ucraina e Russia. E noi abbiamo dato una mano al Paese».
Ora invece l’emergenza sembrerebbe finita e qualcuno dice che del rigassificatore di Piombino se ne potrebbe pure fare a meno. Figuriamo di un secondo, a Ravenna, che per affrontare un’emergenza del 2022 entrerà in vigore (comunque a tempo di record) nel 2025.
Detto tutto questo, una domanda sorge spontanea: ma un ambientalista vero, alle elezioni del prossimo 17 e 18 novembre, chi dovrebbe votare?