lunedì
16 Giugno 2025
Rubrica L'opinione

Spettacoli dal vivo, si riparte dalla Rocca e da Classis

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Fausto PiazzaSgombriamo il campo da infingimenti e falsi entusiasmi. La fase due della convivenza con la pandemia è indispensabile ma è una grana. Ad esempio è irrinunciabile a costo di notevoli sacrifici per chi campa col commercio e i servizi alle persone, con la ristorazione, gli stabilimenti balneari e le strutture per sport e benesser, ma anche piena di brigose seccature e di incertezze per gli utenti.
Va da sé che, almeno per po’, molti consumatori rinunceranno: dipende dall’età, dalle paure, dai soldi in tasca o semplicemente dall’atteggiamento: «piuttosto che farlo così ne faccio a meno».

Nell’indeterminatezza di questo fenomeno d’uscita dal lockdown, il mondo dell’arte e dello spettacolo è il fanalino di coda. Però è un emblematico last but not least, se siamo convinti che con la cultura si mangia, non solo perché innalza la qualità della vita e soddisfa milioni di fruitori ma perché dà lavoro a migliaia di persone. Si tratta di artisti e professionisti, spesso senza garanzie economiche (e quindi più fragili di fronte a “catastrofi” come quella della pandemia), che contano tante realtà eccellenti, individuali e associate, anche dalle nostre parti.

Ebbene a Ravenna si sta aprendo un fronte di ripartenza del teatro che in questi giorni ha visto protagonisti i festival Polis e Arrivano dal Mare!, anche se esclusivamente su piattaforme “digitali” e social media. Tuttavia si profila con l’avvio dell’estate un ritorno vero e proprio di eventi dal vivo. La possibilità è stata anticipata a livello nazionale dal governo: il via è fissato il 15 giugno, coi limiti di 200 partecipanti per luoghi al chiuso e 1.000 all’aperto in spazi confinati, con distanziamenti per il pubblico e per gli stessi artisti sul palco, ingressi e uscite separate e protocolli organizzativi e di comportamento non ancora definiti nei particolari.

Su queste basi, ipotizzando la scarsa convenienza della riapertura dei teatri (Alighieri e Rasi) o altre sale al chiuso (Pala De André, Almagià) alla Rocca Brancaleone si alzerà il sipario sul Ravenna Festival, dal 21 di giugno fino a fine luglio, con un calendario di eventi quasi esclusivamente musicali. Inaugura, con un evento di caratura nazionale, un concerto diretto dal Maestro Muti.

D’altra parte, e questa è una novità, oltre alla Rocca, sembra si stia costituendo un altro polo per ospitare spettacoli e incontri – con le caratteristiche di capienza e sicurezza necessarie – nel “recinto” del museo Classis a Classe, gestito dalla fondazione Ravenna Antica.
Come già annunciato dallo Scrittura Festival che proprio lì si terrà dal 7 agosto.

Si parla di un’arena da almeno 450 posti che potrebbe accogliere (la notizia circola ancora ufficiosamente fra gli addetti ai lavori, quindi il condizionale è d’obbligo) anche eventi teatrali organizzati da Ravenna Teatro, Accademia Perduta, Teatro del Drago, concerti di Crossroads e Ravenna Jazz e dell’Emilia Romagna Concerti legata al maestro Paolo Olmi… e magari molto altro.

Insomma, sembra stia prendendo forma una poliedrica rassegna che estenderebbe l’offerta spettacolare – oltre il cartellone del Ravenna Festival – per tutto il resto dell’estate. Questo consentirebbe a molti soggetti di spicco della produzione e organizzazione teatrale e musicale d’area ravennate di recuperare parte delle stagioni perdute dopo la serrata di palcoscenici e spazi culturali per l’emergenza Covid. E in qualche modo sopravvivere, onorando i contributi pubblici (Mibact, Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna) già stanziati per l’attività preventivata nel 2020.

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