Un augurio per il 2024? Un po’ di coerenza sul clima

L’anno che ci apprestiamo a salutare resterà nella storia – neanche a dirlo – per la devastante alluvione di maggio, che in alcuni casi ha riscritto la geografia del nostro territorio, distrutto in pochi istanti la vita di intere famiglie, spaventato tutte le altre, messo in ginocchio aziende, affossato l’agricoltura. In questi giorni sono stati resi pubblici i risultati della commissione tecnico-scientifica che ha studiato le cause dell’alluvione arrivando alla conclusione già nota dell’eccezionalità dell’evento, mettendo però in guardia le Amministrazioni sul futuro: la ricostruzione non potrà essere solo un “torniamo a come era prima”, ma dovrà tenere presente il tema della riduzione del consumo del suolo e la realizzazione di vasche di laminazione e casse di espansione.

Il tutto mentre il Movimento 5 Stelle sottolinea come al 27 novembre scorso l’82 percento dei Comuni dell’Emilia-Romagna non aveva ancora approvato i rispettivi Piani Urbanistici Generali, così come invece previsto dalla legge regionale del 2017 sul consumo di suolo. In provincia, l’unico comune ad avere il Pug è Cervia, mentre Ravenna e Russi lo hanno solo adottato, nel 2022, sempre comunque cinque anni dopo la legge regionale che si proponeva appunto attraverso anche questo strumento di ridurre il consumo di suolo.

Nel frattempo a Ravenna si è continuato invece a dare il via libera a nuove cementificazioni, nuovi insediamenti residenziali e commerciali. Un anno, il 2023, che resterà nella storia anche per l’aumento delle temperature, il più caldo di sempre, dicono gli esperti.

Cambiamenti climatici che stiamo affrontando con la mitologica “transizione energetica”, ossia un rinnovato utilizzo delle fonti fossili, in procinto di accogliere un nuovo rigassificatore, lavandoci la coscienza con una petizione lanciata dal sindaco per chiedere al Governo di sostenere l’eolico e il fotovoltaico offshore. Per fortuna, però, mentre scrivo queste righe, teniamo il riscaldamento nei nostri uffici a 19 gradi, come ci impongono le misure d’emergenza per la qualità dell’aria. E mi raccomando, niente falò nel cortile, che inquinano.

Che dire, l’augurio che possiamo farci in vista del 2024 è innanzitutto quello di vedere una strategia unitaria, coerente, sul tema del cambiamento climatico e della crisi ambientale. Non basterà, ma sarebbe già parecchio.

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