Tanto per parlare di località turistiche…

Nei giorni scorsi ha scatenato centinaia di commenti sui social (tra chi lo esaltava e chi lo insultava) il semplice sfogo di un noto scrittore ravennate che si lamentava per le difficoltà a trovare parcheggio, dando così addio al pranzo nel suo stabilimento balneare preferito, nel cuore di Marina di Ravenna. “Colpa” del Parco Marittimo, ovviamente, ossia della riqualificazione degli stradelli retrodunali, che da quest’anno ha modificato le abitudini dei frequentatori del lido, ormai impossibilitati a parcheggiare la propria auto negli stalli direttamente in spiaggia, dove proprio in queste settimane sono comparse tra l’altro le prime passerelle di legno.

Un dibattito che va avanti ormai da mesi e che pare davvero appassionare molto, da queste parti, con i bagnini che da noi intervistati nelle scorse settimane hanno preferito restare anonimi, quando non addirittura chiederci di evitare di parlarne, per non rischiare querele. Difficile dare in toto ragione allo scrittore, ai bagnini o al signor Luigi che commenta su Facebook che Marina di Ravenna non sarà più la stessa, così come non è però accettabile risponder loro semplicemente che possono pur sempre cambiare località o che funziona così anche per andare in centro storico nelle cittadine del Belgio – si è letto anche questo. Basterebbe solo constatare come in una località turistica come ci piace definire Marina di Ravenna non si veda da tempo una strategia complessiva che vada oltre il singolo progetto, spesso calato dall’alto, senza essere poi accompagnato nella realtà da una serie di altri interventi in grado di valorizzarlo. Da Marinara fino al Parco Marittimo. Perché va bene eliminare i parcheggi dalla spiaggia, ci mancherebbe, ma non si può far finta di nulla e semplicemente aumentare le corse del bus-navetto, come se potesse risolvere tutti i problemi. Sarebbe stato il caso di trovare, in tutti questi anni, un’alternativa vera, che fosse uno squallido parcheggio silos o che fosse una rivoluzione nella viabilità. Qualcosa.

Il tutto, mentre ci accorgiamo nuovamente che quella che sarebbe la regina dei lidi ravennati, la stessa Marina, non è collegata a Ravenna neppure da una pista ciclabile. Bisogna passare da quella di Punta Marina e poi girare per via dell’Idrovora – ricorda sui social chi ne giustifica l’assenza. Ma non è la stessa cosa. E la sua assenza, purtroppo, viene messa in luce dall’ultima notizia di cronaca, quella del 39enne travolto e ucciso (un anno dopo che la stessa sorte toccò a un 21enne) mentre alle 4 di notte stava tornando in bici da Porto Corsini a Marina, località che in linea d’aria distano alcune decine di metri, ma che di notte, senza traghetto funzionante (ma con locali e feste attive da una parte e dall’altra del canale) diventano chilometri e chilometri in bicicletta senza una pista ciclabile. Tanto per continuare a parlare di località che dovrebbero essere turistiche…

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