giovedì
03 Luglio 2025
L'APPROFONDIMENTO

Quanti soldi perderà il teatro romagnolo a causa dei tagli ministeriali

I punteggi del Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo hanno penalizzato molte realtà del territorio, che potrebbero perdere oltre 500 mila euro

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Il teatro e la danza romagnoli escono molto penalizzati dalle assegnazioni del Fondo nazionale dello spettacolo dal vivo. Si tratta dei finanziamenti erogati ogni tre anni dal ministero della Cultura: i punteggi per il triennio 2025/27 sono stati pubblicati nei giorni scorsi e hanno previsto pesanti decurtazioni rispetto al 2022/24. Prima che fossero resi noti i risultati, avevano fatto scalpore le dimissioni dei tre commissari nominati dagli enti locali, tra cui il ravennate Alberto Cassani. I tre dimissionari non erano d’accordo con gli altri quattro, di rappresentanza governativa, che volevano declassare il Teatro della Pergola di Firenze diretto da Stefano Massini. Ma gli scontri tra le due fazioni avrebbero riguardato anche i punteggi di alcune realtà romagnole.

A livello nazionale, le realtà più penalizzate si trovano in Emilia-Romagna, Toscana e Sardegna. Si tratta di tre regioni amministrate dal centrosinistra, dove sembra che la commissione ministeriale abbia voluto infierire di più rispetto ad altri territori. Ieri il governatore dell’Emilia-Romagna Michele De Pascale e l’assessora alla cultura Gessica Allegni hanno condannato i tagli decisi dal ministero, giudicando «non del tutto casuale» il trattamento riservato ai teatri e ai festival del territorio.

Ravenna & dintorni ha esaminato i punteggi delle principali realtà romagnole e ha stimato quanti soldi potrebbero perdere: in totale, la cifra potrebbe aggirarsi intorno ai 500 mila euro. Per ora il ministero ha pubblicato solo i punteggi dei progetti, mentre l’entità dei finanziamenti deve ancora essere annunciata. Tuttavia, è possibile effettuare delle ipotesi a partire dalle cifre stanziate negli anni precedenti. Per le realtà che erano già finanziate nel triennio 2022/24, esiste una clausola che impedisce decurtazioni maggiori del 20%.

Tra le realtà più grandi c’è Emilia-Romagna Teatro, attiva in cinque città tra cui Cesena col Teatro Bonci. Il suo punteggio è stato decurtato di 4 punti, passando da 30 a 26 (il punteggio massimo possibile è 35): rispetto al contributo di 2,3 milioni di euro ricevuto lo scorso anno, potrebbe significare fino a 200 mila euro in meno. Simile è la situazione di Ater, che gestisce sedici teatri in regione, tra cui cinque in Romagna (l’Auditorium Pina Renzi di Morciano, il Comunale di Russi, il Teatro dei Sozofili a Modigliana, il Salone Snaporaz e il Teatro della Regina a Cattolica). Il punteggio inferiore di 5,3 punti potrebbe tradursi in un ammanco di circa 100 mila euro.

Fra i centri di produzione, Ravenna Teatro ha avuto 4,5 punti in meno rispetto allo scorso anno, da 29,5 a 25. Sui 507 mila euro ricevuti nel 2024, potrebbe significare una decurtazione di circa 40 mila euro. Tra i festival, sono elevate le riduzioni di punteggio per Santarcangelo (che passa da 28 a 14), Polis della compagnia ravennate ErosAntEros (da 26,7 a 18,8), Le Città Visibili di Rimini (da 20 a 12,5), Crisalide dei forlivesi Masque (-6) e Ipercorpo, sempre a Forlì (-18). Il festival di Santarcangelo potrebbe trovarsi con circa 25 mila euro in meno rispetto ai 130 mila percepiti lo scorso anno. Per le altre realtà, più piccole e con finanziamenti minori, le decurtazioni potrebbero andare dai 5 mila ai 10 mila euro ciascuna. Ma per ora, come detto, si tratta solo di stime: le cifre precise saranno annunciate nei prossimi giorni dal ministero.

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