Motoseghe in azione: addio a 107 alberi E all’artista ora restano solo le vignette…

La rabbia del fumettista Davide Reviati per il via al disboscamento all’ex villaggio Anic: «Stanno cambiando il paesaggio del quartiere»

vignetta Reviati«Cosa posso fare ora? Cosa potevo fare di più?». Davide Reviati è sconsolato e ora si affida alle vignette per esprimere tutta la sua rabbia. A casa, nel suo studio, ce ne mostra diverse. «In questa città, in questo comune, se i residenti sono d’accordo possono disboscare un quartiere». Il caso è quello riportato per la prima volta da Ravenna&Dintorni ormai quasi due anni fa (tra gli articoli correlati le puntate precedenti). Quello del “Piano di riqualificazione del verde” del cosiddetto giardino diffuso dell’enorme condominio attraversato da viale Mattei e noto ai ravennati come l’ex Villaggio Anic, ora quartiere San Giuseppe. Ci abitano circa cinquecento famiglie, che nel 2012 tramite il comitato dei residenti hanno approvato un piano che prevedeva inizialmente l’abbattimento di circa 150 alberi considerati pericolosi. In pochi si erano opposti.

Tra questi però, con grande vigore, c’era appunto Davide Reviati, 49enne fumettista di fama internazionale che al Villaggio in cui è nato, cresciuto e in cui ancora abita ha dedicato oltretutto il suo libro più celebre, Morti di sonno. La battaglia di Reviati ha probabilmente spinto il Comune a bloccare inizialmente quel piano, chiedendo che fosse presentato un progetto a firma di un agronomo che si prendesse la responsabilità. Piano che è arrivato lo scorso novembre, dopo che nel frattempo erano già stati abbattuti oltre venti alberi, anche senza sopralluogo dei tecnici comunali. Che in fondo ce lo dicono chiaramente: negli spazi privati se si prova in qualche modo, anche con l’ausilio solo di una foto, che un albero fa o potrebbe fare dei danni, lo si può abbattere, con l’obbligo di ripiantumare o in alternativa pagare 50 euro al Comune.

Diverso, ovviamente, è radere al suolo un piccolo bosco di 150 alberi. Per questo ci è voluto un “Piano di tutela ambientale”, come lo hanno chiamato, che ora prevede l’abbattimento di 33 pini e 74 cipressi, 107 alberi in tutto. Nella premessa l’agronomo progettista – che si è avvalso anche della collaborazione degli studenti dell’istituto agrario di Ravenna – spiega come gli alberi siano in fase di invecchiamento (essendo stati piantati quando è stato realizzato il Villaggio, negli anni Cinquanta) e a rischio cedimento, oltre che in conflitto con fogne, tombini e asfalto. Oltretutto molti (soprattutto cipressi) sarebbero malati. Al posto dei 107 alberi il progetto prevede la ripiantumazione di 136 piante, di piccola stazza ma anche alberi in grado di raggiungere dai 15 ai 30 metri di altezza.

«Ma chissà tra quanti anni e chissà se la piantumazione avrà successo – continua Reviati, che non si dà pace –: hanno ridisegnato completamente il paesaggio. Chi arrivava nel villaggio fino nelle vie interne si trovava di fronte i pini, si faceva fatica a vedere le case. Ora davanti agli occhi ci sono solo le facciate dei palazzi». Le operazioni di abbattimento, infatti, sono già iniziate, non senza polemiche. La compagna di Reviati, la nota attrice e autrice teatrale della compagnia Le Belle Bandiere, Elena Bucci, si è ritrovata coinvolta in una accesa discussione con gli operai che stavano iniziando ad abbattere i pini.
«Il problema è che questo è solo l’inizio – commenta amaramente Reviati –, già i condomini pensano al Piano successivo, per abbattere altri trenta alberi… Sarà difficile fermarli, anche perché dal Comune non c’è nessuna intenzione di verificare la situazione. Basti pensare che l’estate scorsa (come avevamo raccontato in un altro nostro articolo, vedi articoli correlati) il Comune ha dato l’autorizzazione ad abbattere tre pini che, ironia della sorte, il nuovo Piano, come indicato dalla piantina, ritiene invece sani e meritevoli di essere salvati. Peccato che non ci siano più…».

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