Mai più sale da gioco nei centri abitati

Bilancio delle misure annunciate dal sindaco di Ravenna un anno fa Dai divieti in edilizia ai (mancati) sconti i per i virtuosi che rinunciano

Si torna a parlare di gioco d’azzardo in città grazie a uno spettacolo teatrale: Il giocatore, ultima produzione del teatro delle Albe. E perché, attorno allo spettacolo, con altre realtà cittadine come Ravenna Cinema e il Gruppo dello Zuccherificio, le Albe stanno costruendo quattro giorni di confronto, dibattito e sensibilizzazione (vedi correlati). Tra i soggetti coinvolti c’è anche il Comune di Ravenna che, insieme a tanti altri Comuni, si occupa del tema da quando il gioco d’azzardo e la ludopatia sono diventati una questione di salute pubblica. È passato circa un anno da quando il sindaco Fabrizio Matteuci aveva indicato l’intenzione di lavorare su alcune linee ben precise rispetto alla quali cerchiamo oggi di fare il punto.

L’ordinanza sugli orari: 13 multe e cinque ricorsi (vinti dal Comune)
Al primo punto dei cinque promessi dal sindaco c’era «la limitazione degli orari delle sale giochi e delle macchinette la cui presenza è dilagata in ogni dove». La misura si è effettivamente tradotta in un’ordinanza che impone il divieto di gioco dall’1 di notte alle 9 del mattino. Cinque sono stati i ricorsi degli esercenti, ma il Tar ha sempre riconosciuto al Comune la possibilità di deliberare in materia. Tredici le multe che all’ufficio della polizia municipale risultano effettuate da carabinieri e guardia di finanza (in quegli orari i vigili urbani non sono infatti in servizio per questo genere di controlli).

Una darsena slot free nel Poc, e centri abitati senza gioco nel Rue
«Prevedere nel nuovo regolamento urbanistivo edilizio zone dove il gioco d’azzardo è vietato, sicuramente nella zona della stazione»: era il secondo punto indicato da Matteucci. È l’assessore all’Urbanistica Libero Asioli a confermarci che effettivamente nell’elaborazione in corso del Rue, non ancora reso pubblico, sono previsti divieti in questo senso non solo nel centro storico, ma in genere nei centri abitati. E per le sale esistenti sarà permessa solo la normale manutenzione, ma nessun ampliamento e, in caso di cessazione dell’attività, l’impossibilità di fatto di insediarne altre. Non solo, tutta la nuova Darsena sarà “slot free”: il Poc appena approvato prevede infatti il divieto di attività legate al gioco, a partire dalle agenzie di scommesse, che abbiano impatto sociale anche per eventuali riusi di edifici e quindi sembrerebbero escluse anche le normali macchinette. Si stanno studiando anche requisiti sempre più dettagliati e precisi (per esempio il mancato oscuramento delle vetrine) per chi fa richiesta di rilascio di una licenza.

Regole per la pubblicità, per il wifi ci si penserà nel 2015
«Tradurre in provvedimento amministrativo le due giuste proposte avanzate dal Gruppo dello Zuccherificio: limitare la pubblicità e vietare l’utilizzo del wifi pubblico per giocare online». L’assessore Giovanna Piaia, che grazie alla delega ai Servizi sociali sta seguendo parte dei lavori del Comune sul tema, ci assicura che sul fronte della pubblicità si sta lavorando a un regolamento come per l’uso delle immagini delle donne. Sul wifi invece, l’assessore Massimo Cameliani, che ha tra le deleghe quella a Ravenna Digitale, spiega che allora dai tecnici furono espresse valutazioni di grande difficoltà, «ma nel 2015 c’è l’intenzione di potenziare la rete wifi in centro, che io spero di mantenere libera, e quella potrebbe essere l’occasione per rimetterci mano».

Niente sconti però a chi rinuncia alle slot
«Studiare le possibilità che un Comune ha in relazione alla fiscalità locale. In termini di tasse sulle sale da gioco. E in termini di riduzione delle tasse ai bar che, occupando coi loro tavoli spazi esterni al locale, rinunciano alle slot machine o giochi d’azzardo». Ecco, questo resta un punto non realizzato e non realizzabile allo stato attuale: le condizioni di bilancio del Comune non permettono manovre di questo genere, l’Ici e le tasse in genere servono fino all’ultimo euro per far quadrare i conti. Peraltro nessuna premialità potrebbe comunque compensare il fatto di rinunciare agli incassi delle slot. Si punta allora sull’aspetto etico e il coinvolgimento degli esercenti tramite una sorta di moral suasion.

Una vetrofania per premiare gli esercenti che dicono no e la sede per i giocatori anonimi
«Riconoscimento simbolico ai gestori di locali pubblici che hanno scelto di non mettere le slot nei loro locali». In realtà, a oggi, solo un locale (il Caffè Guidarello in via Pasolini) ha deciso di esporre la vetrofania che lo qualifica come locale slot free e l’iniziativa, attuata dal Comune, non sta riscuotendo il successo sperato. Perché di locali slot free ce ne sono diversi in città, ma evidentemente non hanno interesse a mettersi in mostra per questo. «È una delle iniziative che abbiamo messo in atto – spiega l’assessore Piaia – allo scopo di parlare del tema e di sensibilizzare l’opinione pubblica perché è questo soprattutto che, come Comuni, possiamo fare oltre ad aiutare le associazioni che operano sul territorio. Per questo, per esempio, sono contenta di poter dire che alla Casa del Volontariato ora ha trovato non solo sede, ma la garanzia degli spazi adeguati per svolgere il proprio lavoro, il gruppo di autoaiuto dei giocatori anonimi, anche perché i benefici terapeutici di questi gruppi sono stati ormai dimostrati da tempo». Federica Angelini

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