Sindaco ideale del Mama’s è Andrea Bassi Quello dei partiti è ancora di là da venire

Ecco il prescelto alle primarie del circolo culturale, fra dieci cittadini autocandidati. Brillanti interventi delle due candidate donne FOTO

Andrea BassiÈ Andrea Bassi il candidato sindaco del Mama’s, il circolo culturale che ha organizzato una “provocatoria” tornata di primarie fra i cittadini ravennati, in attesa che i partiti, quelli veri, propongano ai ravennati un profilo dignitoso e vincente per la principale poltrona di Palazzo Merlato, in ballo alle elezioni amministrative del 2016. Eccolo il successore di Fabrizio Matteucci: Andrea Bassi, classe 1964, sposato con due figlie, sociologo e docente universitario, consigliere comunale fra il 2006 e il 2010, già direttore della Fondazione Flaminia… L’ha spuntata, votato dal pubblico presente nella sala del club ravennate di via San Mama, su altri nove candidati (vedi articoli correlati). Si è guadagnato la simbolica fascia tricolore da primo cittadino con una preferenza in più rispetto all’architetto Aida Morelli e con qualche voto di distacco rispetto all’unico altro competitore con una certa esperienza politica alle spalle: Nevio Salimbeni. Il vincitore ha “ricordato” le sue radici politiche nel campo dei cattolici democratici e i “suoi” maestri di pensiero in Giuseppe Dossetti e Achille Ardigò, prefigurando così un ruolo di sindaco più vicino alle problematiche sociali che agli equilibri politici, indirizzato a progetti di ampio respiro e a disegnare un futuro equo e sostenibile della comunità, ben oltre i problemi contingenti e la gestione del consenso.     

Sollecitati dalle domande dei giornalisti – con tempi contingentati di risposta (cinque minuti a testa) e appello finale di appena tre minuti – i candidati hanno argomentato le loro soluzioni su un ampio arco di questioni ravennati: sicurezza, rischio degrado sociale e bilanci pubblici risicati, pedonalizzazione del centro storico e mobilità urbana, welfare e diritti civili in bilico, turismo e cultura come opportunità di sviluppo economico… Dopo un esordio esitante dove alcuni candidati sono apparsi più come fustigatori dei problemi irrisolti della città piuttosto che capaci di proporre soluzioni, il dibattito è decollato, con diverse idee e molto buon senso, toccando nel finale anche questioni di metodo per un buon governo democratico: in particolare, «più trasparenza e verità» (Salimbeni), più partecipazione e condivisione, competenza e lungimiranza.
La vera sorpresa è stata la componente femminile (solo due candidate su dieci: Aida Morelli, che come si diceva ha perso per un soffio, e la sociologa Rita Rambelli) che ha espresso lucidità, grinta e brillante dialettica. Una dimostrazione, verrebbe da dire, che anche Ravenna è più che mai matura per l’elezione di una Sindaca.  

Andrea bassiInsomma candidati tutto sommato preparati e agguerriti – a parte l’artigiano Aguzzini che in chiusura ha “candidamente” ammesso «A questo punto non credo proprio di essere tagliato per fare il Sindaco» – e un pubblico particolarmente attento e interessato. Una platea – va detto – dove brillava per l’assenza il benchè minimo rappresentante (vecchio o nuovo) della classe politica locale. Forse un sintomo dell’imbarazzo, dell’incertezza, della divisioni interne o semplicemente dello snobistico distacco che da tempo separa la politica politicante e i cittadini. E che la dice lunga sull’indolenza del tradizionale sistema dei partiti a confrontarsi con il vissuto dei comuni mortali.

Allora, in attesa che si sciolgano tutte le riserve del caso (sia nella maggioranza che nell’opposizione) per capire cosa i ravennati potranno scegliere per il governo della città nel 2016, accontentiamoci di questa boutàde, una messa in scena peraltro simpatica quanto partecipata con notevole serietà sia dai “candidati” che dal pubblico. «Cosa succederà adesso?» si è chiesto Riccardo Zoffoli (assieme a Danilo Montanari e Italo Arfelli, promotore dell’iniziativa) alla fine della serata. «Niente. Ma se Andrea Bassi si candiderà veramente, gli amici del Mama’s lo sosterranno». Chissà se la provocazione scalfirà l’olimpica indifferenza dei notabili della politica e dei “poteri forti“.

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