Firma falsa del morto sul contratto luce per 10 euro di provvigione: denunciato

Accuse di truffa e falsità per un venditore porta a porta scoperto dai parenti che hanno trovato la lettera di benvenuto tra i clienti

Nella buchetta della posta una lettera di benvenuto tra i nuovi clienti del fornitore di energia elettrica che allegava il cedolino per pagare la prima bolletta. Ma lui era morto da dieci anni. A trovare la busta, resta piuttosto sorpresi, sono stati i parenti del defunto andando a ritirare la posta dall’abitazione di Granarolo Faentino ereditata al momento del trapasso. Dalla denuncia ai carabinieri è partita l’indagine conclusa con la denuncia di un 23enne di Imola per truffa e falsità in scrittura privata: aveva falsificato la sottoscrizione del contratto intestandolo a un morto per incassare la provvigione prevista per ogni nuovo cliente.

Gli autori di queste truffe, come hanno potuto ricostruire i militari che hanno seguito il caso, sono alcuni disinvolti venditori porta a porta – di cui spesso sono vittime anche le aziende del settore che si affidano ad agenzie esterne per la vendita – che guadagnano esclusivamente a provvigione, all’incirca 8-10 euro per un nuovo contratto gas e 10-12 per uno di energia elettrica. Le tecniche per mettere a segno il raggiro sono svariate: solitamente si presentano spacciandosi per addetti del servizio elettrico, chiedendo che venga mostrata loro una bolletta sulla quale leggono il codice necessario per migrare da un fornitore all’altro. Addirittura a volte rubano le bollette dalle cassette della posta delle abitazioni per appropriarsi dei dati. Una volta compilato il modulo l’ignaro consumatore si ritroverà a pagare la bolletta di un nuovo fornitore, spesso molto più alta delle precedenti, senza saperlo.

I carabinieri di Faenza, grazie anche alle segnalazioni dei cittadini hanno proceduto negli ultimi mesi a numerosi controlli che hanno permesso di identificare molti venditori porta a porta specializzati nella vendita di energia elettrica e gas, i quali a volte non si sono qualificati correttamente oppure che hanno chiesto con troppa insistenza di firmare documenti o di visionare le bollette per suggerire offerte con risparmi allettanti. Il consiglio dell’Arma è di continuare a chiamare il 112 ogni qualvolta l’atteggiamento di questi venditori risulti sospetto oppure eccessivamente invadente e soprattutto bisogna evitare di firmare moduli, richieste o altro e mai dare copia della carta d’identità, meglio chiedere di lasciare il materiale a casa per vederlo con calma.

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