Cardiologo abusivo e senza permesso di soggiorno con Pappone a Villa Maria

Indagato 52enne assistente del noto professore attivo nella clinica di Cotignola fino a febbraio 2015. Due persone lo avrebbero coperto

Non ha il permesso di soggiorno in Italia e il ministero della Salute ha anche respinto la sua richiesta di abilitazione all’esercizio dell’attività medica nel nostro Paese ma da anni faceva parte di una delle equipe mediche di cardiologia più note a livello internazionale: un 52enne cardiologo serbo, assistente del professor Carlo Pappone nell’unità operativa di aritmologia, è indagato per esercizio abusivo della professione. Il team Pappone fino allo scorso febbraio ha operato nella clinica privata Villa Maria Cecilia a Cotignola per poi trasferirsi al policlinico San Donato nel Milanese.

Oltre al 52enne, altri due nomi sono iscritto nel registro degli indagati: secondo l’ipotesi della procura questi sapevano della mancanza del requisito necessario per lavorare in Italia e avrebbero fatto in modo di coprire la circostanza. Occorre precisare che il 52enne è a tutti gli effetti un medico in Serbia ma per poter esercitare la professione in Italia occorre ottenere l’abilitazione dal ministero competente. Ed è proprio questa la contestazione mossa dalla magistratura sottolineando che la richiesta è stata respinta.

Nella giornata di ieri, 23 aprile, sono state eseguite perquisizioni negli ospedali dove l’uomo operava sequestrando numerosa documentazione ora al vaglio degli inquirenti coordinati dal sostituto procuratore Cristina D’Aniello. L’indagine è partita pochi mesi fa da una circostanza specifica, su cui al momento la procura preferisce non rilasciare dichiarazioni, condotta dai carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro affiancati dalla guardia di finanza per quanto riguarda ulteriori accertamenti in materia fiscale.

Dal Gruppo Villa Maria (Gvm) si apprende che, una volta notificato l’avviso di garanzia al loro legale rappresentante Bruno Biagi, è scattata una indagine interna per accertare come sia potuto accadere. Il medico indagato dalla procura «non era un dipendente di Villa Maria – fanno sapere dall’ufficio relazioni esterne della clinica lughese – ma un ricercatore alle dirette dipendenze del professor Pappone». Gvm ci tiene a specificare che «tutto il nostro personale diretto è certificato» e ora si vuole «accertare ora come sia stato possibile che in un team attivo nelle nostre strutture ci fosse una presunta irregolarità di questo tipo». Infine un ulteriore chiarimento: «In quanto ricercatore dell’unità di aritmologia era un assistente del dottore e non ha mai operato su alcun paziente».

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