Il documento approvato dal consiglio quattro anni dopo l’adozione
Lo scopo della classificazione è quello di definire un limite alla rumorosità ambientale. I limiti più elevati sono quelli previsti per le aree a più intensa antropizzazione (aree produttive), in cui i livelli di rumorosità sono più alti (ad esempio classi V e VI); all’opposto le aree in cui i livelli di rumore sono e devono essere più bassi, sono le aree protette come ospedali, parchi pubblici, scuole (classe I).
Con il nuovo piano il centro storico (fatta eccezione per le zone di San Vitale e quella dantesca che restano in seconda) passa dalla terza (consigliata da Arpa) alla quarta classe e la decisione è vista con favore da associazioni di categoria dei commercianti e imprenditori, che sperano possa agevolare il lavoro dei locali, già complicato a causa del difficile rapporto con i residenti. La giunta ha preso questa decisione dopo alcuni approfondimenti degli uffici comunali e l’assessore Guido Guerrieri sottolinea come sia «in linea con altri centri storici», alzare la classe «e il corrispondente livello di decibel, per quelle zone del centro storico caratterizzate dalla presenza di attività».