«Il Comune non chiede tessere agli anziani per assegnare gli orti»

L’assessore replica a Ancisi (Lpr) che segnalava pressioni di un centro sociale per chi vuole coltivare un lotto comunale

«Nessun obbligo a tesserarsi da parte dell’amministrazione comunale: sono gli ortisti a scegliere democraticamente, riuniti in assemblea e in piena autonomia, lo strumento organizzativo e di quale associazione eventualmente avvalersi per la gestione degli orti stessi». Così recita la replica diffusa da Valentina Morigi, assessore comunale al Decentramento, a proposito delle accuse mosse da Alvaro Ancisi, consigliere comunale di Lpr, a proposito di presunte prevaricazioni ai danni degli anziani che vogliano coltivare gli orti comunali senza prendere la tessera di una delle associazioni a cui fanno capo i centri sociali che hanno in gestione le aree.

Ancisi, in una comunicazione inviata al sindaco e al direttore generale e presentata in forma di esposto alla procura ventilando l’ipotesi di abusi d’ufficio, non fa riferimento a obblighi di tesseramento imposti dal Comune bensì a prassi diffuse all’interno dei centri sociali che cercherebbero di far passare il messaggio della necessità del tesseramento come condizione per accedere agli orti quando invece agli ortisti è richiesto solo un canone di concessione e una bolletta annuale che copre le spese di acqua, luce e assicurazioni. Il consigliere comunale Ancisi fa riferimento a quanto accade al centro sociale Le Rose (scaricabile in allegato dal link in fondo alla pagina il carteggio allegato all’esposto per mostrare le comunicazioni inviate agli ortisti).

Nel territorio comunale esistono sedici aree ortive per 1.283 lotti complessivi. A parte le tre più piccole (20 lotti in totale), gestite direttamente da Comune e una autogestita dagli ortisti (119), le altre dodici aree sono gestite, per conto del Comune, dai centri sociali di due associazioni nazionali: Auser-Cgil (7 aree e 317 lotti) e Ancescao (5 aree e 827 lotti), entrambe vicine al mondo di sinistra. Il regolamento per la conduzione e gestione degli orti, approvato dal consiglio comunale il 7 novembre del 2013, specifica la scelta della modalità di gestione: al comma 1 dell’articolo 5 si legge che la gestione può ricadere su «centri sociali, associazioni auto costituite ed espressione degli assegnatari o associazioni degli anziani del territorio ovvero che abbiano come scopo statutario gestione di attività rivolte agli anziani». La giunta comunale, con propria delibera, provvede ad affidare la gestione delle aree orti alle associazioni o organismi indicati dagli ortisti stessi: «In alcuni casi – dice Morigi – le assemblee hanno scelto di non indicare alcuna associazione esistente, ma di costituirne una ad hoc in autonomia, come nell’area di Fornace Zarattini».

L’assessore poi porta al centro dell’attenzione una circostanza a suo giudizio bizzarra: «A sostenere il consigliere Ancisi nella denuncia di questo ipotetico racket, c’è anche colui che ha esercitato fino a poco tempo fa un ruolo di primo ordine in uno dei tredici comitati di gestione orti del nostro Comune, avallando le modalità previste nel regolamento. E Ancisi, durante la discussione del regolamento, due anni fa, non ha mai sollevato contrarietà o dubbi inerenti le modalità di gestione degli orti».

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