La denuncia di Ancisi (Lpr): «Pochi pannoloni per gli anziani e di scarsa qualità»

Il consigliere comunale: pochi ausili e di scarsa qualità inviati alle famiglie che ne hanno diritto. Interrogazione al sindaco

Letto OspedaleI pannoloni per gli anziani e la loro qualità finiscono sul banco del consiglio comunale. A sollevare il tema è Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna) riprendendo un’interrogazione presentata alcuni mesi fa in Regione da un consigliere di maggioranza. Si chiedevano chiarimenti sui pannoloni – o gli “ausili ad assorbenza” – forniti a 23.700 pazienti allettati in Romagna (in ospedali, nel proprio domicilio o in case di cura) da una sola ditta che ha vinto un appalto da 23,4 milioni di euro.

I pannoloni sono forniti gratuitamente dall’Ausl ai pazienti allettati con gravi problemi ma, secondo quell’interrogazione, quelli che arrivavano erano largamente insufficienti – ricorda Ancisi – per «numero e per capacità di assorbimento, nonché per scarsa qualità e per formati scomodi ad essere indossati». I familiari rimediavano, naturalmente, comprando pannolloni a proprie spese. Il caso era già stato discusso in Comune. Il 24 gennaio l’amministrazione si era impegnato a controllare presso l’Ausl. Nulla è più trapelato.

Qui subentra Ancisi che dice di essere in possesso di due ricevute. « La prima – spiega – registra una fornitura di 100 pannoloni “dignity maxi” per la notte e di 120 pannoloni “dignity total” per il giorno, prevedendone in 119 giorni la consegna, avvenuta invece dopo 123. Dimostra una media di 0,8 pannoloni per la notte e di 0,97 per il giorno. Facendo gli stessi conti con la seconda fornitura – sperando che stavolta arrivi nel tempo previsto, non affatto garantito – si ricavano 0,9 pannoloni per la notte e 1,39 per il giorno. Una scheda dell’Ausl datata agosto 2017, che riassume la posizione di un paziente centenario, documenta la fornitura di 90 pannoloni per il giorno e 90 per la notte ogni tre mesi, cioè meno di uno ogni 12 ore».

Alla luce di tali dati, «queste forniture paiono largamente insufficienti a garantire non solo il benessere, ma la “dignity” stessa – definita addirittura “maxi” o “total” – delle persone incontinenti, a cui servono almeno un pannolone la mattina, uno per il pomeriggio e uno/due per la notte». Inoltre «stando alle evidenze manifestatemi, i pannoloni che vengono forniti non hanno la stessa capacità contenitiva del precedente appalto».

Ci sono anche alcune questioni di burocrazia: «Per richiedere l’attivazione di un nuova fornitura – dice il capigruppo – prima servivano la domanda di invalidità e un certificato del medico curante che attestava l’incontinenza del paziente. Ora servono il verbale di invalidità definitivo (passano anche 3/4 mesi dalla visita, durante i quali le famiglie pagano di tasca propria i pannoloni, a prezzi del mercato al dettaglio) e la consulenza di un urologo o di un geriatra. Al paziente centenario di cui sopra, che il medico di base aveva certificato incontinente, la fornitura è stata negata perché gli mancava la consulenza specialistica. Il medico di base che conosce il suo assistito non basta? Occorre proprio uno specialista, il cui costo è pagato dall’Ausl, ma con aggravio di oneri anche per la famiglia (ad esempio per il trasporto con ambulanza) e conseguente aumento delle liste d’attesa?». Ancisi torna a chiedere al sindaco risposte sul tema.

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