lunedì
30 Giugno 2025
Emergenza

Il sindaco: «Nessun profugo in albergo, l’immigrazione non è un business»

Matteucci in consiglio comunale: «Con la prefettura studieremo come introdurre un tetto massimo di 10 persone negli altri edifici»

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«Sono in grado di dare le più ampie rassicurazioni che questo ammassamento di persone non avverrà in nessuno degli alberghi del territorio del Comune di Ravenna»: così il sindaco Fabrizio Matteucci, intervenendo in consiglio comunale nella seduta del 24 settembre, si è espresso in riferimento all’albergo Marepineta a Marina collegato alla parrocchia San Rocco di don Ugo Salvatori che ha comunicato alla prefettura la disponibilità di 77 posti letto qualora si rendesse necessario reperire nuovi alloggi per immigrati richiedenti protezione internazionale. «Nessun profugo andrà al Marepineta», ha ribadito il sindaco.

Il caso era stato sollevato da Lista per Ravenna presentando un question time con il capogruppo Alvaro Ancisi, decano dell’opposizione, proprio temendo la concentrazione di un numero elevato di immigrati in una struttura ricettiva. Va ricordato che l’albergo ha risposto a un avviso esplorativo della prefettura che vorrebbe individuare circa 320 posti potenzialmente utilizzabili al momento della necessità. Alla scadenza del 18 settembre la disponibilità complessiva presentata dai privati si è fermata a 271.

«Ammassare decine di persone in un albergo non va bene, né d’estate, né d’inverno – ha affermato Matteucci –. Ricordo a tutti che l’accoglienza dei profughi non è un business. Quindi gli alberghi no, punto e basta. Dunque sono in grado di dare le più ampie rassicurazioni che questo ammassamento di persone non avverrà in nessuno degli alberghi del territorio del Comune di Ravenna». Nella sua controreplica Ancisi ha sostenuto che difficilmente il Comune potrà imporre questi paletti in quanto la collocazione dei profughi in arrivo è gestita dalla prefettura che, secondo il consigliere comunale, dovrà procedere attraverso bandi o convenzioni dirette sulla base delle offerte economiche migliori.

Oltre a voler escludere gli alberghi in toto, Matteucci preme per arrivare anche a fissare un tetto di dieci persone massimo per ogni altro edificio: «È la scelta giusta perché l’accoglienza produca integrazione e non segregazione per chi arriva; sicurezza e non insicurezza per tutti: 10 persone con una dotazione di 10mila euro al mese a disposizione dei gestori. Si può fare dal punto di vista pratico. E, a mio giudizio, si deve fare. A mio parere, si può fare anche dal punto di vista giuridico. Comune e Prefettura lavoreranno insieme per mettere a punto un’ipotesi che preveda il paletto del numero di 10 persone per edificio e, di fatto, l’esclusione degli alberghi. Trovo utile e necessaria una sola deroga al tetto delle 10 persone per edificio: quella delle strutture che già svolgono una funzione assistenziale. Per me Santa Teresa è un buon esempio».

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